Centro benessere con massaggi hard, processo fermo: i clienti non vogliono testimoniare

Centro massaggi
Da centro massaggi a “casa chiusa“, non parte il processo alla quarantenne cinese accusata di favoreggiamento della prostituzione. ...

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Da centro massaggi a “casa chiusa“, non parte il processo alla quarantenne cinese accusata di favoreggiamento della prostituzione.


I clienti del centro “benessere” non sarebbero intenzionati a testimoniare. Ieri mattina doveva essere il giorno della prima udienza, ma nessuno degli avventori chiamati dalla pubblica accusa a raccontare cosa accedeva nel centro estetico si è presentato in Tribunale. Il collegio ha così deciso di rinviare e chiamare di nuovo i testi e di farli accompagnare dai militari per evitare che si sottraggano ancora una volta all’appuntamento con la giustizia.


A settembre 2016 i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Viterbo avviarono un’attività d’indagine relativa a un centro massaggi, gestito a Viterbo da una donna di origine cinese.
Nel corso delle investigazioni sarebbe emerso in maniera chiara che le prestazioni del centro erano pubblicizzate sia con volantini e manifesti sia con inserzioni pubblicate su portali internet e contenevano allusioni a prestazioni di carattere sessuale.


I militari hanno eseguito numerosi servizi di osservazione nelle vicinanze del centro massaggi constatando un via vai di clienti, alcuni dei quali sarebbero stati fermati all’uscita e interrogati. Da loro si sarebbe appreso che effettivamente all’interno del centro in questione venivano praticate prestazioni sessuali a pagamento che avevano uno specifico tariffario in base alla durata dell’incontro. L’attività di meretricio sarebbe stata esercitata dalle dipendenti del centro, cittadine di origini cinese.


Per questa ragione, la titolare Z. F., nata in Cina nel 1981 e residente a Viterbo, è imputata per esercizio di una casa di prostituzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. La procura della Repubblica di Viterbo, condividendo il quadro indiziario prodotto dai carabinieri del Nucleo investigativo, ottenne dal gip del Tribunale di Viterbo anche il sequestro preventivo del centro benessere appena fuori le mura del capoluogo.

 

Ieri la difesa della donna, che al momento sembra irreperibile, ha presentato un'eccezione perché il decreto che dispone il giudizio non sarebbe stato tradotto in cinese. Il collegio ha rigettato e fissato per il 3 marzo la prossima udienza.

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Il Messaggero