Picchiata e costretta a fare sesso dal compagno rom. «Partii a 16 anni dalla Romania per stare con lui»

Picchiata e costretta a fare sesso dal compagno rom. «Partii a 16 anni dalla Romania per stare con lui»
«Deve pagare per quello che ha fatto, a me e a mio figlio». Inizia con una richiesta disperata il processo per maltrattamenti in famiglia che vede imputato un uomo nei...

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«Deve pagare per quello che ha fatto, a me e a mio figlio». Inizia con una richiesta disperata il processo per maltrattamenti in famiglia che vede imputato un uomo nei confronti della giovanissima compagna. L’uomo di etnia rom avrebbe fatto arrivare dalla Romania la sua fidanzata, allora 16enne.

«I miei non erano d’accordo - ha raccontato la ragazza - ma alla fine con un documento scritto mi hanno lasciato andare. Nei primi anni vivevamo con la sua famiglia e andava tutto bene. Poi quando sono rimasta incinta, nel 2018, siamo andati a vivere da soli. Nostro figlio è nato nel 2019». La nascita coinciderebbe anche con l’inizio dei maltrattamenti.

«Era spesso ubriaco - ha raccontato ancora la vittima nascosta da un paravento per evitare di incrociare gli occhi del compagno - mi tirava pugni in testa e pretendeva sesso. E mio figlio era sempre lì. Mi costringeva a metterlo giù e poi mi costringeva a fare cose che io non volevo fare. All’inizio non ho detto niente, perché lui mi minacciava di portarmi via il bimbo. Diceva che non ero niente e non avevo niente».

La denuncia però arriva a novembre del 2020. Quella sera la donna viene picchiata e riporta ferite evidenti che i medici del pronto soccorso hanno repertato con 20 giorni di prognosi. Quel giorno dopo le botte si rivolge anche ai carabinieri e viene affidata al percorso rosa. Percorso che porta lei e il figlio in una casa rifugio di un’associazione per le vittime di violenza domestica.

«Mi picchiava quasi ogni sera - ha raccontato ancora la donna - e beveva troppo. Non so cosa è successo e perché è così cambiato dall’inizio». Il caso è arrivato anche davanti al Tribunale dei minori che ha sospeso la potestà genitoriale dell’imputato. Si torna in aula il 2 marzo.

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Il Messaggero