Crollano i prestiti a piccole e medie imprese: a Viterbo -2,9% in un anno. E i negozi di quartiere chiudono

Crollano i prestiti a piccole e medie imprese: a Viterbo -2,9% in un anno. E i negozi di quartiere chiudono
A tratteggiare i contorni di un settore in profondo affanno era stata nei giorni scorsi la Confcommercio. L’associazione di categoria ha infatti rivelato che la città...

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A tratteggiare i contorni di un settore in profondo affanno era stata nei giorni scorsi la Confcommercio. L’associazione di categoria ha infatti rivelato che la città di Viterbo nel decennio che va dal 2012 al 2022 ha perso 125 imprese di commercio al dettaglio situate all’interno del centro storico e 43 situate fuori. Ed è così che il tessuto commerciale soprattutto all’interno dei quartieri più antichi cambia volto: basta farsi una passeggiata per quelle che erano le vie dello shopping in centro (peggio ancora in quelle limitrofe) per cerificare che si trovano sempre meno negozi di beni tradizionali (a livello nazionale, libri e giocattoli -31,5%, mobili e ferramenta -30,5%, abbigliamento -21,8%), con una riduzione della densità commerciale che passa da 9 a 7,3 negozi per mille abitanti.

Colpa della pandemia e della crisi energetica, ma non solo. Un altro nodo è rappresentato dalla scarsità di liquidità e dalle sempre maggiori difficoltà nel reperirla: continuano infatti a diminuire i prestiti bancari alle piccole e micro imprese. Come riporta l’ufficio studi della Cgia di Mestre, tra il 2021 e il 2022 i cosiddetti “impieghi vivi”, ovvero parte dei prestiti che, al momento della rilevazione, non presentano criticità in termini di insolvenza, riconosciuti alle aziende con meno di 20 addetti sono scesi di 5,3 miliardi di euro (-4,3 per cento). Lo stock complessivo dei prestiti erogati a questo segmento di aziende è passato da 124 a 118,7 miliardi di euro. 

Un calo cospicuo dei prestiti concessi dagli istituti di credito alle imprese di piccolissima dimensione. Una platea di micro imprenditori costituita in massima parte da esercenti, piccoli commercianti, artigiani e lavoratori autonomi e che caratterizza, o meglio caratterizzava, l’ossatura del tessuto economico locale. A livello provinciale, nel 2021 queste realtà produttive spesso a conduzione familiare hanno ottenuto dal sistema bancario prestiti per 751,5 milioni di euro. Lo scorso anno, pure nelle crescenti difficoltà incontrate soprattutto per l’impennata dei costi energetici che ha portato con sé l’aumento di bollette e materie prime, il totale della liquidità concessa alle piccole imprese della Tuscia è calato a 729,7 milioni, ovvero 21,8 in meno rispetto all’anno precedente e un calo percentuale del 2,9. Nel resto del Lazio ve peggio: calo leggermente superiore in provincia di Latina con meno 2,91%, mentre fanno peggio Roma con meno 3,13%, Frosinone riduzione del 4.19% e Rieti maglia nera regionale con 6,16%.

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Il Messaggero