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«Al punto in cui siamo, credo che tutta la cosa sia abortita». Poggino: non c’è solo l’amara constatazione sul futuro dell’Apea, nata da quanto percepito durante il consiglio comunale straordinario di martedì. Il presidente del consorzio, Enzo Mancini, è scoraggiato, lancia frecciate e si appresta all’incontro di stamattina col sindaco Giovanni Arena con grande pessimismo: «Non servirà a niente».
Presidente, ha visto la seduta di consiglio sull’Apea?
«Sì, l’ho vista».
Che idea si è fatto?
«Devo esprimermi?».
Possibilmente…
«Non avrei alcuna voglia, perché la considerazione che ho fatto è pietosa».
Motivo?
«Si è discusso di 10-15 cose, e la risposta del sindaco quale è stata?».
Non c’è stata.
«Infatti, siamo punto e a capo».
C’è un incontro in programma, però.
«Ma non servirà a nulla nemmeno questo».
Perché?
«Perché lui (il sindaco, ndc) dirà ciò che ha cercato di dire in consiglio. Ha detto qualcosa, no? Ha detto che questa cosa non gli piace, non la vuol fare, ha fatto tutta una serie di cose che non doveva fare».
Cioè?
«Glielo dico dopo l’incontro».
Il segretario generale Annalisa Puopolo sostiene che al famoso bando della Regione Lazio, da 11 milioni di euro, si potrebbe partecipare subito anche in forma singola. Conferma?
«No, legga le carte: si renderebbe conto che per tanti motivi non si può fare. Sono stanco di ascoltare fesserie e cose non vere o strumentali. Comunque le cose che ha detto non sono assolutamente percorribili: in 20 giorni non si può, partendo dal presupposto che ci doveva essere l’adesione all’Apea da parte di tutti i partecipanti. Non essendoci stata, presentiamo una domanda sapendo che verrà respinta? E’ assurdo, no?».
Oggi presenterete una possibile soluzione al sindaco?
«No, la mia domanda sarà: cosa vuol fare? La soluzione quale può essere? Il sindaco ha firmato dei documenti in cui partecipava al consorzio, ha fatto di tutto e oggi dice il contrario di tutto, per cui…».
Per cui aspettate una risposta da lui.
«Se vuole stare nell’Apea lo dica, se no ognuno si assumerà la propria responsabilità. A quel punto gli farò rispondere dagli avvocati. Mi spiace, non posso dire molto di più in questo momento, ma credo che al punto in cui siamo tutta la cosa ormai sia abortita». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero