Piscina, la Lazio Nuoto contesta la scelta di Arena: «La Fin associazione di diritto privato»

Piscina, la Lazio Nuoto contesta la scelta di Arena: «La Fin associazione di diritto privato»
La piscina non trova pace. Neanche il tempo di portare a casa la modifica del regolamento per l’affidamento degli impianti, che c’è già una...

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La piscina non trova pace. Neanche il tempo di portare a casa la modifica del regolamento per l’affidamento degli impianti, che c’è già una società che fa richiesta di accesso agli atti. E’ la Lazio Nuoto asd, che già aveva manifestato interesse nella gestione dell’impianto natatorio, nelle intenzioni dell’amministrazione da affidare invece alla Fin senza gara.


Il vice presidente Daniele Sterrantino torna a prendere carta e penna per scrivere al sindaco Giovanni Arena, alla giunta e ai consiglieri comunali tutti. Due i punti: l’accesso agli atti e la natura giuridica della Fin. Aspetto tutt’altro che secondario, perché è il fulcro intorno al quale ruota la possibilità di concederla alla federazione per farne un centro federale. «Con la presente – scrive Sterrantino – si avanza richiesta di accesso ai dati e ai documenti. In particolar modo, è interesse dello scrivente conoscere gli atti che definiscono le condizioni dell’affidamento diretto, vuoi sotto il profilo giuridico amministrativo, che tecnico economico».

Il vice presidente della Lazio Nuoto segnala all’amministrazione, «sulla presunta natura di ente pubblico della Fin» - in base alla quale si punta all’affidamento diretto – che il governo ha reso pubblica la prima bozza del testo unico sullo sport, in cui «ribadisce la “natura di associazione con personalità giuridica di diritto privato”». In altre parole, si mettono dubbi sulla strada intrapresa.

«Quello che sta facendo il sindaco Arena – dice Giacomo Barelli (Forza civica) - non è un capriccio ma un atto gravissimo che più volte ho denunciato insieme a tutta l’opposizione in aula. Se crede che con il voto di maggioranza si possa fare impunemente qualsiasi cosa, anche in danno dei viterbesi, si sbaglia di grosso e se ne accorgerà presto».


Secondo l’esponente della minoranza «è una vicenda assurda, il contraente del Comune è già noto da tempo. E' giunto il momento – conclude - che si muovano anche le altre autorità deputate al controllo ed al rispetto della legalità». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero