Viterbo, Emma Morosini, pellegrina a 92 anni cammina per 35mila chilometri lungo le vie della fede

Emma Morosini
“Ma non ti sa ora di darti una calmata?”, le ripetono al suo paese, Castiglione delle Stiviere, quando tra un’impresa e l’altra la incontrano per strada....

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“Ma non ti sa ora di darti una calmata?”, le ripetono al suo paese, Castiglione delle Stiviere, quando tra un’impresa e l’altra la incontrano per strada. Ma Emma Morosini ci ride su, quasi non capendo il perché generi così tanto stupore in chi la incontra: “Alla fine, che faccio di così speciale?”, chiede. Eccolo, che fa: alla tenera età di 92 anni questa infermiera in pensione è una pellegrina da guinness. In 20 anni ha percorso 35.000 chilometri lungo le vie dei santuari mariani, italiani e non.  La sua ultima impresa? Da Valpromaro (Lucca) a Roma, lungo la via Francigena. Partenza il 2 maggio, arrivo stimato la prossima settimana. Martedì è giunta a Viterbo da Montefiascone e quando si  è presentato all’ostello dei Pellegrini gestito dal Masci (il movimento adulti scout cattolici italiani) alla Trinità, i volontari sapevano di trovarsi davanti a un monumento.


Lei non ha fatto altro che presentarsi, affidare loro il carrellino, suo compagno di viaggio inseparabile, e sedersi su un sasso col bastone di fianco a riposarsi un po’. Cappellino per difendersi dal sole, un gilet catarifrangente e un trolley legato su un carrello. Sta tutto qui il mondo che Emma si porta dietro nel suo peregrinare per luoghi sacri. Una vera donna avventura, che viaggia sola - salvo eccezioni come quella che ha fatto stavolta  lungo la via Francigena unendosi a un’altra pellegrina, Loredana – perché ha fatto una promessa.
“Ho dato la mia parola: se fossi sopravvissuta, avrei  dimostrato il mio riconoscimento verso la Madonna in qualche modo. E tra quelli che il mio parroco mi aveva prospettato, ho scelto questo”, racconta.

A 70 anni, è stata colpita da una peritonite fulminante. Ci ha messo 24 mesi per riprendersi e da allora non si è più fermata, letteralmente. “Tranne due anni fa – si corregge – quando, a seguito di un incidente, mi hanno impiantato due protesi al ginocchio e una al piede”. Il tempo di concludere la riabilitazione, che “giusto per provare se ancora ero capace sono andata a piedi a Loreto. E visto che – dice  - quei 400 chilometri li ho percorsi senza problemi ho deciso di partire per l’Argentina”. Qui ha percorso 1.350 chilometri tra Buenos Aires e san Miguel de Tucuman: “Ero partita da sola, sono arrivata con migliaia di persone. Ero diventata famosa, ma non capisco perché”, ripete. E proprio perché tutta quella folla che lungo il percorso si è unita a lei le ha fatto un po’ perdere il gusto spirituale del pellegrinaggio, in Argentina ci è tornata a febbraio: “Ma le autorità mi hanno rinchiusa in un convento e costretta a prendere i mezzi. Le condizioni del tempo erano troppo proibitive secondo loro per lasciare che una vecchietta come me – si autodefinisce ironicamente - si avventurasse da sola per tutti quei chilometri”.


Nei suoi pellegrinaggi – ha persino percorso 400 chilometri di deserto in Messico – tra le esperienze più belle ricorda il dormire all’aria aperta. “Io non programmo nulla. Parto – racconta – la mattina alle 6,30 e mi fermo per pranzare dove capita e riposare un paio di ore. Poi riprendo il cammino fino al tardo pomeriggio. Cerco un ostello, una piccola pensione per dormire. Spesso chiedo ospitalità a qualche famiglia ma non tutti mi credo. E allora capita di dormire su una panchina, sotto un ponte, in un prato. Il cielo stellato mi fa da soffitto e, credete, è meraviglioso”. Il suo unico rammarico? “Prima percorrevo 50 chilometri al giorno, ora un po’ di meno”, risponde dispiaciuta. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero