Morte di Hassan, la parte civile: «La Procura generale sta indagando per il reato di tortura»

Morte di Hassan, la parte civile: «La Procura generale sta indagando per il reato di tortura»
Morte di Hassan, la parte civile chiede tempo. Tempo per far terminare le indagini della Procura generale, che ha avocato a sé il caso e che sta portando avanti, grazie al...

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Morte di Hassan, la parte civile chiede tempo. Tempo per far terminare le indagini della Procura generale, che ha avocato a sé il caso e che sta portando avanti, grazie al Nucleo investigativo dei carabinieri, un’indagine per il reato di tortura aggravato dalla morte. E chiede anche, implicitamente, che sia lasciato spazio a questo procedimento portante. «Per evitare un “ne bis in idem” che possa affossare tutto».

Morte di Hassan, il ministero della Giustizia responsabile civile nel processo per abuso dei mezzi di correzione

La richiesta è arrivata ieri alla giudice Elisabetta Massini, dagli avvocati Giacomo Barelli e Michele Andreano, durante il procedimento stralcio che vede imputati due agenti della penitenziaria accusati di abuso dei mezzi di correzione. Il 23 luglio 2018, dopo una serie di atti autolesionisti Hassan Sharaf, ventenne egiziano, viene trasferito in isolamento: 2 ore dopo si impicca finendo in coma. Morirà una settimana dopo a Belcolle. I dettagli di quei momenti sono stati portati all’attenzione della Procura di Viterbo. E dopo l’apertura di un fascicolo per istigazione al suicidio in carcere, contro ignoti, il pm Franco Pacifici chiese l’archiviazione del caso. L’avvocato Barelli presentò subito opposizione, perché quel caso presentava troppi misteri.

Nello stesso periodo l’avvocato Andreani, insieme a una onlus egiziana che si occupa di diritti umani, ha presentato una nuova querela, per spingere sull’apertura di un procedimento. La querela ha portato la procura generale a togliere il caso alla magistratura di Viterbo e a revocare la richiesta di archiviazione. Nella stessa udienza l’avvocatura di Stato per il ministero di Giustizia ha chiesto di essere estromessa dal processo come responsabile civile. Richiesta rigettata. Sul differimento del processo la giudice si è riservata. 

 

 

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Il Messaggero