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Assolta in appello Monica Mileti, la donna accusata di aver ceduto la dose di eroina che nel 2004 provocò a Viterbo la morte di Attilio Manca, urologo di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), in servizio nella Tuscia.
La Procura di Roma chiede l'archiviazione: «Ecco perché Manca non fu ucciso dalla mafia»
I giudici della terza sezione penale di Roma hanno fatto cadere le accuse, con la formula «perché il fatto non sussiste». In primo grado, nel marzo 2017, la donna venne condannata dal tribunale di Viterbo a 5 anni e quattro mesi. La vicenda finì al centro di un controverso caso poiché i familiari di Manca ritengono che l'urologo sia stato una vittima di mafia: un pentito, in particolare, avrebbe rivelato di aver saputo che Bernardo Provenzano si era fatto operare da Manca, e che avrebbe poi ordinato la sua eliminazione.
La procura di Viterbo escluse tale circostanza, sostenendo non solo che non sono emersi elementi per collegare l'urologo all'ex capo mafia, ma che gli accertamenti tecnici eseguiti hanno stabilito che il decesso avvenne per una overdose di eroina. «Sono soddisfatto. La mia assistita era rimasta schiacciata in storia in cui non c'entrava nulla», ha commentato l'avvocato Cesare Placanica, difensore dell'imputata
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