Mercato, licenze rinnovate d'ufficio: «Bene così, ma ora tornare in centro»

Mercato, licenze rinnovate d'ufficio: «Bene così, ma ora tornare in centro»
«Le linee guida adesso ci sono. A Comuni e Regione resta solo un compito: quello di ratificare il decreto del Mise con un atto amministrativo». Per Confesercenti...

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«Le linee guida adesso ci sono. A Comuni e Regione resta solo un compito: quello di ratificare il decreto del Mise con un atto amministrativo». Per Confesercenti e Anva una vittoria che ricolloca verso il centro le ragioni del commercio ambulante, finito ai margini del dibattito politico nei mesi scorsi.

«Dal primo gennaio 2021 le concessioni in scadenza a fine anno saranno rinnovate in automatico fino al 2032– spiega il presidente di Confesercenti Vincenzo Peparello –. Imprese e famiglie vedono oggi un futuro meno scuro. Ma siamo solo all’inizio». Il decreto firmato dal Mise non è arrivato all’improvviso ma recepisce l’articolo 181, comma 4-bis, del decreto-legge n. 34/2020 (Decreto rilancio) convertito dalla legge n. 77/2020 nel quale erano esplicitato tempi, durate e vincoli del rinnovo ancorato a «verifica della sussistenza dei requisiti di onorabilità e professionalità prescritti, compresa l'iscrizione  ai  registri  camerali  quale  ditta  attiva  ove   nonsussistano  gravi  e  comprovate  cause  di  impeedimento  temporaneo all'esercizio dell'attività».

Interessati dal documento non solo il commercio relativo a posteggi inseriti in mercati «altresì fiere e isolati, ivi inclusi quelli finalizzati allo svolgjmento di attivitâ artigianali, di somministrazione di alimenti e bevande, di rivendita di quotidiani e periodici e di vendita da parte dei produttori agricoli».

«Ma non basta», aggiunge Peparello. Per il rilancio del settore le associazioni di categoria tornano a chiedere misure di sostegno a più livelli per sanare le perdite del periodo primaverile e quella attuali con il caso di Viterbo che resta fulcro della polemica. A dieci mesi dallo spostamento del mercato al Carmine il volume d’affari si è ridotto di una cifra superiore al 50%. Un crollo che ha spinto, in più di un’occasione, i banchisti a migrare.

«Quello che è peggio è la sordità dell’amministrazione davanti alle nostre richieste – dice Giulio Terri dell’Anva –. Il trasloco doveva essere un progetto sperimentale di poche settimane poi i tempi si sono dilatati fino al 2021 senza una scadenza precisa. Sarebbe stato meglio parlare con chiarezza dal primo giorno».

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Il Messaggero