Viterbo: maturità 2020 buona la prima. «Ma manca il solito clima di festa»

Il liceo Ruffini di Viterbo
Tutto ha funzionato alla perfezione sia dal punto di vista organizzativo sia a livello di preparazione degli studenti. Quello che è mancato, a detta di tutti, è...

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Tutto ha funzionato alla perfezione sia dal punto di vista organizzativo sia a livello di preparazione degli studenti. Quello che è mancato, a detta di tutti, è stato il clima di festa tipico degli esami di Stato. Quel clima che inizia con la gita del V, il pranzo dei 100 giorni, la notte prima degli esami. Ma il Covid-19 ha rivoluzionato tutto e anche i maturandi e i prof, loro malgrado, si sono dovuti adeguare.


“Devo ammettere che sono molto soddisfatta: i ragazzi si sono dimostrati assolutamente all’altezza”. Andreina Ottaviani, dirigente dell’istituto Alberghiero di Caprarola, è presidente di commissione al liceo Ruffini di Viterbo. “I maturandi hanno spaziato in maniera positiva tra gli argomenti. Abbiamo anche parlato del Covid, dalle pandemie nella storia alle paure odierne. Ma si nota l’assenza di quell'atmosfera festaiola a cui eravamo abituati. Niente attesa fuori in massa, nessuna necessità di richiamare all’ordine e al silenzio gli spettatori. Qualcuno – assicura - ha comunque festeggiato fuori stappando lo spumante”.

Tutto è filato liscio anche all’istituto di Agraria a Tarquinia, dove il preside del Ruffini Massimo Bonelli guida una delle commissioni. “Anche qui sono state rispettate tutte le norme e i protocolli. Esaminiamo quattro studenti al giorno, non di più: servono almeno 15 minuti per sanificare le postazioni tra un colloquio e l’altro”. Quello che più dispiace al professore? “Non poter dare un abbraccio ai ragazzi che hanno terminato l’esame. È un clima un po’ malinconico per tutti. Anche se l’essere riusciti a svolgerlo in presenza per i ragazzi è stato comunque una conquista. E devo ammettere che si sono comportati benissimo all’orale, confermando le valutazioni date dalla scuola”, aggiunge.


Fiorella Crocoli, dirigente dell’istituto omnicomprensivo di Orte, è presidente al liceo Meucci di Ronciglione. E anche qui conferma una macchina organizzativa perfetta, nel pieno rispetto delle normative contro il Covid. “Abbiamo anche un addetto della Croce Rossa ad accogliere gli studenti”, dice. E lamenta l’appesantimento delle procedure a causa delle tante accortezze da rispettare. “Non ci possiamo neanche avvicinare a stringere la mano o salutare. E questo ci fa godere di meno di questo momento”, conclude. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero