Caso Manca, sull'orologo morto il tossicologo riapre il mistero dell'overdose

Attilio Manca
«Che Attilio Manca sia morto per overdose di eroina non ci sono dubbi, mentre di grossi ce ne sono sul fatto che si sia trattato di una auto-somministrazione». Lo...

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«Che Attilio Manca sia morto per overdose di eroina non ci sono dubbi, mentre di grossi ce ne sono sul fatto che si sia trattato di una auto-somministrazione». Lo afferma il medico tossicologo Salvatore Giancane, ascoltato ieri in Commissione parlamentare antimafia sul caso dell'urologo messinese di Barcellona Pozzo di Gotto (nella foto), trovato morto in casa a Viterbo nel 2004.

I familiari non credono alla tesi del suicidio e ritengono che l'urologo sia una vittima di mafia. Il medico, secondo un'ipotesi esclusa dagli inquirenti, avrebbe visitato Bernardo Provenzano dopo la sua operazione in Francia, e per questo sarebbe stato eliminato. Giancane vede «tante stranezze sulla presunta overdose volontaria. Sul cadavere c'erano solo due fori, ovvero delle due somministrazioni senza nessun altro segno di pregresse venipunture», ha spiegato.

Rispondendo ad alcune domande, l'esperto ha osservato: «I consumatori occasionali di eroina non sono molti, l'eroina è una sostanza che aggancia e prima o poi sviluppa dipendenza: difficile restare assuntori occasionali. Sicuramente Manca no, soprattutto per un fatto di funzionamento: era un brillante chirurgo, aveva importato in Italia tecniche operatorie innovative: un assuntore abituale di eroina non raggiunge questi traguardi».

Giancane ha ricordato di aver chiesto la riesumazione del corpo per vagliare l'ipotesi che possa essere stato un pregresso consumatore ricaduto nella droga: «Si poteva accertare con un esame del capello, ma non come quello effettuato» (di cui peraltro non si trova reperto agli atti). Giancame parla di un esame del «capello segmentato attraverso cui ricostruire la storia tanto lunga quanto è lungo il capello». Ma secondo l'esperto ci sono altre stranezze: l'iniezione sul polso è una «sede atipica e pericolosa».

E secondo l'esperto «sulle siringhe ritrovate non sono presenti le sue impronte digitali di Attilio». Secondo l'ipotesi in sede giudiziaria Manca si sarebbe somministrato la seconda dose in bagno, davanti a uno specchio, con il braccio non dominante: per il tossicologo però la procedura è «assai complessa» e lascia «perplessi».
 

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Il Messaggero