Facchini-Comune, è rottura. Definitiva. Addio ogni tipo di partecipazione alla commissione per la nuova Macchina, addio a Expo 2015, all’incontro con le istituzioni a palazzo...
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Una spaccatura simile nella storia del Trasporto non si era mai vista. Non parla il presidente Massimo Mecarini, non parla il capofacchino Sandro Rossi: per ribadire l’unità della squadra, l’unica voce è quella dei Facchini. Il sindaco Leonardo Michelini pensa di farli entrare in commissione per vie traverse? «Non ne faremo parte ad alcun titolo», tagliano corto. E discussione finita. Non solo su questo, su tutto. Fino alle 21 del 3 settembre 2015 «sarà interrotta ogni relazione con il Comune - dicono - porteremo solo Santa Rosa fino alla basilica, a prescindere da quale sarà la Macchina, ma previa la verifica del peso e della portabilità della stessa».
Il 2 settembre saranno alla processione col cuore di Rosa, la giornata del 3 però subirà anche questa gli effetti pesantissimi della rottura. «L’incontro con le istituzioni il pomeriggio al palazzo papale? Ce lo faremo da soli, tra noi, in famiglia, nella ex chiesa della Pace». E non è ancora tutto. Palazzo dei Priori verrà svergognato al Mibac, con i membri dell’Unesco e la Rete delle grandi Macchine a spalla (Varia di Palmi, Candelieri di Sassasi e Gigli di Nola): «Racconteremo loro questa storia - continuano i Facchini - e gli insulti che ci sono arrivati dalla maggioranza». Il pranzo sociale, le cui spese sono in capo al Comune? «Devono ancora arrivare i rimborsi di quello del 16 novembre scorso: il prossimo, in programma il 15 novembre, ce lo paghiamo da soli».
Il Trasporto sarà uno degli eventi di punta della Regione Lazio all’Expo di Milano. Il Sodalizio darà forfait. «Ci vediamo il 3 settembre alle 21 a San Sisto», ribadiscono. Aggiungendo una postilla che vale anche per l’opposizione. «Questa vicenda - concludono - non deve essere strumentalizzata da nessuno a livello politico». Insomma i Facchini salutano tutti. E chi vuole Cristo - o Santa Rosa - se lo prega.
Massimo Chiaravalli Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero