Viterbo, la maggioranza va sotto sul garante dei detenuti: caos in consiglio comunale

Il sindaco Arena e il presidente del consiglio comunale Evangelista
Il garante dei detenuti manda in crisi la maggioranza. Sulla delibera proposta dal pentastellato Massimo Erbetti è successo il finimondo: la coalizione che sostiene il...

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Il garante dei detenuti manda in crisi la maggioranza. Sulla delibera proposta dal pentastellato Massimo Erbetti è successo il finimondo: la coalizione che sostiene il sindaco Giovanni Arena si è incartata al punto da finire sotto 13 a 12. Seduta complicatissima quella di ieri, con accuse, spaccature anche nella minoranza, che però al dunque si è ricompattata.

Un passo indietro: del “garante dei diritti delle persone private della libertà personale o limitate nella libertà personale” si era parlato un anno e mezzo fa in aula il 4 giugno 2019. Il via libera al regolamento per l’istituzione il 22 gennaio all’unanimità, dopo ampia discussione e modifiche bipartisan. L’approvazione sembrava dunque una formalità, finché la maggioranza non ha fatto inversione a U.

La discussione si è infuocata dopo l’intervento del capogruppo della Lega, Andrea Micci. «Abbiamo fatto un approfondimento – ha detto - e in diversi Comuni e Regioni ci sono proposte che integrano questa figura con un garante della popolazione carceraria o civico, di tutti coloro che operano nel carcere, a tutela e promozione anche della polizia penitenziaria o degli altri addetti».

A ruota il suo omologo di Fratelli d’Italia, Luigi Maria Buzzi: «E’ uno strumento che se non utilizzato bene potrebbe non produrre gli effetti che vogliamo. Fermiamoci a riflettere». Da lì in poi il caos. «Sono senza parole di fronte a un totale macchine indietro. Si capisce un’idea manichea – ha replicato Giacomo Barelli (Forza civica) - di buoni contro cattivi, polizia penitenziaria contro detenuti. Scriviamo la pagina più nera, in tutti i sensi». D’accordo Francesco Serra (Viterbo dei cittadini): «Micci accomuna persone private della libertà a chi lavora, è follia». «Vergognatevi»: così Alvaro Ricci (Pd).

Ma la dem Luisa Ciambella poi ha appoggiato la proposta del forzista Giulio Marini, su cui ha messo la faccia pure il sindaco, di far tornare tutto in commissione. Peccato che FdI e Lega non fossero d’accordo: prima spaccatura, proposta finita al voto: 14 pari e bocciata. Forza Italia ha restituito il favore al voto sulla delibera uscendo dall’aula, insieme a Gianmaria Santucci di Fondazione. L’altro santucciano, Sergio Insogna, ha votato con l’opposizione, che nel frattempo ha recuperato Ciambella: 13 a 12 e tutti a casa.

Si prevedono condanne. Politiche.

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Il Messaggero