Incidente al Buratti, trauma cranico per la collaboratrice. La Rete degli studenti: "Ci poteva scappare il morto"

Incidente al Buratti, trauma cranico per la collaboratrice. La Rete degli studenti: "Ci poteva scappare il morto"
Trauma cranico e diversi punti. È la prognosi con cui ieri è stata dimessa la collaboratrice scolastica colpita in testa martedì da un pezzo del cancello del...

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Trauma cranico e diversi punti. È la prognosi con cui ieri è stata dimessa la collaboratrice scolastica colpita in testa martedì da un pezzo del cancello del liceo ginnasio classico linguistico "Mariano Buratti", in via Tommaso Carletti, a Viterbo. Un metro e mezzo circa di lunghezza per 15 chili di peso: alla donna, subito trasportata in ospedale, sono stati messi numerosi punti a sutura della ferita riportata, con conseguente rasatura dei capelli. Due giorni di ricovero e ieri, appunto, il ritorno a casa.

Liceo Buratti, un pezzo di cancello da 15 kg si stacca e finisce in testa a una collaboratrice scolastica

Tragedia sfiorata, questa volta. Ma i sindacati studenteschi non ci stanno e denunciano: “Prima o poi ci scappa il morto”. La Rete degli studenti medi torna sul deficit di sicurezza nelle scuole della provincia, dopo l’incidente a danno della collaboratrice scolastica. “La situazione al liceo ‘Mariano Buratti” ha dimostrato – intervengono Sofia Bianchini e Daniele Colonna - che il problema dell’edilizia è strutturale e diffuso in ogni scuola. Il Buratti vive infatti la stessa condizione delle scuole nella nostra provincia”. Un esempio? Neanche tre mesi fa una plafoniera del liceo Ruffini di Viterbo è cascata sui banchi dei ragazzi durante lo svolgimento della lezione.

“Episodi di questo tipo – continuano - non sono una casualità, troppe volte negli istituti superiori della nostra provincia si sono verificati crolli o cedimenti. Vedendo l’attuale stato delle nostre scuole non era difficile aspettarsi un grave infortunio o peggio, come Rete degli studenti medi riceviamo quotidianamente immagini di scuole fatiscenti, porte rotte, scale pericolanti e situazioni ben più gravi”. E rimarcano: “Ci chiediamo cosa aspetti la Provincia ad intervenire su questa situazione prima che accada una tragedia. Vediamo una Provincia ormai immobile su questo tema”, accusano.

E concludono: “Come sindacato non siamo disposti ad arrivare al morto prima di vedere miglioramenti nelle nostre scuole. Ribadiamo come in ogni occasione che le istituzioni non devono intervenire solo nel contingente ma che devono mettere in campo delle precise e concrete misure di restauro e riabilitazione delle aree dissestate”.

 

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Il Messaggero