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Sindacati e politica contro la decisione del commissario Antonella Scolamiero di affidare la redazione di una due diligence sulla Francigena a un’azienda della provincia di Pisa, il Centro studi enti locali. Ma lei non si scompone. Anzi, respinge le perplessità: «Evidentemente non hanno capito cos’è».
Farmacie, parcheggi, bus urbani: cambia tutto. Sulla Francigena la rivoluzione di Scolamiero
La notizia riportata da Il Messaggero venerdì scorso ha registrato reazioni negative, in parte a scoppio ritardato, contro la scelta della Scolamiero della verifica globale sulla società che si occupa di trasporto pubblico, parcheggi e farmacie. Prima sono arrivati i sindacati. Uil trasporti, Faisa Cisal e Ugl trasporti hanno suonato la carica: «Chiunque tenti di fare cassa con la Francigena andrà incontro alla nostra più ferma opposizione».
In scia sono intervenuti il coordinatore e il portavoce di Fratelli d’Italia, rispettivamente Luigi Maria Buzzi e Gianluca Grancini, cha parlano di indiscrezioni, quando l’affidamento è già in essere dal 16 marzo. Esprimono vicinanza ai lavoratori e si augurano che «l’ipotesi di voler fare le pulci ai conti della società non sia una pura operazione strumentale per agevolare una possibile privatizzazione che potrebbe far gola a molti».
Infine il leader di Fondazione, Gianmaria Santucci, che definisce la due diligence «un atto ostile contro la Francigena». Operazione strana, secondo il civico: «Mai ho visto in vita mia – dice - un socio unico chiedere delucidazioni a esterni di un proprio bene. Sarà la prossima amministrazione a doverne decidere il destino, ma non si può fare con una procedura aperta alle valutazioni di mercato, senza alcun controllo di riservatezza, mettendo a rischio il valore patrimoniale ed economico della società stessa».
Il commissario però non ci sta. «Non hanno capito cos’è la due diligence. L’intendimento – spiega - non è di fare le pulci. Il discorso è globale: parcheggi, trasporto pubblico e farmacie, pertanto vogliamo solo avere un quadro più chiaro e asettico possibile da mettere in mano al prossimo sindaco». Insomma, «a mettere le mani sulla Francigena non ci penso proprio: le decisioni le prenderà la politica. Noi siamo una parentesi, dobbiamo lavorare più seriamente possibile facendo in modo che il futuro sindaco trovi dei dati obiettivi».
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