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Professore universitario svolge attività professionale in privato senza autorizzazione del suo ateneo: scovato dalla Guardia di finanza di Viterbo, ora dovrà restituire all'erario circa un milione di euro.
L'indagine del comando provinciale, su segnalazione del Nucleo speciale anticorruzione (per la tutela della legalità nella pubblica amministrazione), ha accertato che un dipendente pubblico svolgeva da tempo un “doppio lavoro” senza la prevista autorizzazione. Le fiamme gialle hanno ricostruito i compensi percepiti dal professore, residente nella provincia di Viterbo, nel periodo dal 2010 al 2016: l'ammontare è di circa 1 milione di euro.
Il docente, in violazione della cosiddetta “Riforma Gelmini”, ha eseguito attività libero professionali per imprese e soggetti pubblici senza la prevista autorizzazione del suo ateneo, al quale era legato da un rapporto di “esclusiva”. Per il dipendente infedele inizierà un procedimento disciplinare e l’iter per il recupero dei compensi relativi agli incarichi extra istituzionali.
Al termine delle investigazioni è stato notificato al docente un “invito a dedurre”, emesso dalla Procura regionale del Lazio della Corte dei conti: con esso è stato contestato un danno erariale per circa un milione di euro, di cui 697.558 euro ricondotti a emolumenti per attività assolutamente incompatibili con lo status di dipendente pubblico.
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