Viterbo, Federlazio incontra l'autorità portuale: «Il rilancio della Tuscia passa anche da Civitavecchia»

Viterbo, Federlazio incontra l'autorità portuale: «Il rilancio della Tuscia passa anche da Civitavecchia»
Oltre 2,3 milioni di turisti, che fanno del porto di Civitavecchia il maggiore terminale mercantile e croceristico del Mediterraneo. Natura, archeologia, storia, arte, terme ed...

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Oltre 2,3 milioni di turisti, che fanno del porto di Civitavecchia il maggiore terminale mercantile e croceristico del Mediterraneo. Natura, archeologia, storia, arte, terme ed enogastronomia, ovvero la Tuscia. Mettendo tutto in sinergia, secondo Federlazio e Autorità portuale ne gioverebbero economia e occupazione da entrambe le parti. Ma il problema è sempre lo stesso: le infrastrutture di collegamento. Il tema è stato al centro di un incontro che si è svolto a palazzo Antisari, tra Malcolm Morini, marketing manager dell’Autorità portuale di Civitaveccchia, Fiumicino e Gaeta, e gli imprenditori del consiglio direttivo della Federlazio di Viterbo.


Porto ma anche trasversale.  Il direttore della Federlazio, Giuseppe Crea, ha ribadito la «straordinaria importanza del completamento della Orte-Civitavecchia, arteria di vitale importanza non solo per il rilancio economico della provincia di Viterbo, ma per tutto l’Alto Lazio in termini di flussi turistici, trasporto merci e persone, valorizzazione del territorio e dei prodotti tipici». L’interesse del mondo imprenditoriale è stato espresso dal presidente dell’Associazione, Gianni Calisti, che ha evidenziato come «la ripresa del settore manifatturiero nel distretto industriale di Civita Castellana sia incentrata sull’export, attualmente concentrato sui porti di Napoli e Livorno, mentre Civitavecchia sarebbe in grado di consentire un contenimento di costi e tempi di spedizione».


Quindi, Morini: «In tale prospettiva è imminente un confronto con i principali vettori nazionali ed internazionali, sui quali far leva, anche attraverso il ruolo del mondo imprenditoriale viterbese. Se si riuscisse a dirottare anche il 50% dei 2,3 milioni di croceristi che sbarcano annualmente a Civitavecchia sarebbe una svolta per la provincia di Viterbo. Da non sottovalutare, poi, anche il novero degli equipaggi, che incidono almeno per un altro milione di persone. In tale direzione – ha concluso Morini – si deve lavorare insieme, proponendo offerte di nicchia, percorsi alternativi alla Capitale, non dimenticando che il mercato è profondamente cambiato e gli standard qualitativi devono essere elevati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero