Fase 2, la convivenza (forzata) col virus cambia le abitudini. Anche per quanto riguarda l’acceso ai servizi sanitari. Da ieri, la Asl ha riattivato le prestazioni...
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Un passo indietro. Per contenere il contagio, la Asl a marzo ha annullato le visite in ospedali e case della salute. Nei giorni scorsi, sono iniziate le telefonate per i nuovi appuntamenti. Che, però, comporteranno tempi più lunghi rispetto a quelli a cui gli utenti erano abituati. Appena conclusa una visita, andranno sanificati locali e strumentazione. Quindi, il flusso dei pazienti sarà inevitabilmente più lento. Inoltre, in attesa dello sblocco delle nuove prenotazioni, restano garantite le attività ambulatoriali urgenti, con classi di priorità U e B, richieste dai medici prescrittori e non le altre. Questo, aggiunto a quasi tre mesi di interruzione, ha comportato un allungamento delle liste d’attesa.
La Asl ha quindi attivato un pool di esperti col compito, prenotazioni alla mano, di incastrare tutti i tasselli del puzzle affinché le prestazioni vengano garantite nel più breve tempo possibile. Tra le soluzioni allo studio c’è quella di allungare gli orari delle visite dalla mattina alla sera. Un po’, insomma, come fanno i parrucchieri per smaltire le prenotazioni, così ci si dovrà abituare ad andare dal dottore in orario o giorni in passato off-limits.
Ma molte altre sono le accortezze richieste ai pazienti. Innanzitutto, occorrerà arrivare con precisione svizzera sul luogo della visita: né un minuto prima né dopo. In caso si sia in anticipo, gli operatori inviterebbero ad attendere il proprio turno al di fuori della struttura. Appena arrivati, si verrà sottoposti alla misurazione delle febbre. In caso risulti superiore a 37 e mezzo, si verrà rimandati a casa con obbligo di contattare il medico. Obbligatorio l’uso della mascherina e la sanificazione delle mani.
Daniela Donetti, direttore della Asl, si raccomanda: «Siamo impegnati in un importante sforzo organizzativo di rimodellamento e creazione di nuove forme di accoglienza ai servizi. Il nostro appello è quello di rispettare le indicazioni che stiamo fornendo. Solo in questo modo - sottolinea - potremmo proteggerci e accedere in sicurezza al servizio sanitario locale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero