Viterbo, fanno esplodere un bancomat, ragazzo resta in coma. La madre: «È innocente, voleva solo divertirsi»

La madre del ragazzo rom accusato di furto
«Mio figlio è innocente, era uscito per divertirsi non per rubare». Parla la madre del ragazzo in stato di arresto a Belcolle, accusato di far parte della banda...

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«Mio figlio è innocente, era uscito per divertirsi non per rubare». Parla la madre del ragazzo in stato di arresto a Belcolle, accusato di far parte della banda che ha cercato di far saltare un bancomat a Narni, nella notte tra venerdì e sabato. Con tutta la famiglia, una quindicina di persone tra donne e bambini, da giorni sono accampati nel parcheggio esterno al pronto soccorso con due camper. Lì sono intenzionati a restare finché il giovane, ora in coma farmacologico, non si riprenderà. E gli utenti li hanno notati mentre cucinano all'aperto, stendono i panni, o usufruiscono dei bagni dell'ospedale. Ieri mattina, per loro anche una visita dei carabinieri.


Secondo la ricostruzione fatta dai militari di Amelia che indagano sul tentato furto, in cinque, dopo aver utilizzato l’auto in retromarcia, si sarebbero scagliati contro le vetrine della banca con delle mazze ferrate. Una volta entrato nel locale in cui si trova il bancomat, il 21enne di Torino avrebbe attivato l’esplosivo, che lo ha però investito, provocandogli profonde ferite al volto, alla testa e al tronco. Già inquisito in passato per reati contro il patrimonio, è stato identificato dai carabinieri in base alla dinamica del fatti, ai filmati della videosorveglianza, ai vestiti che aveva indosso e all’auto utilizzata dai complici - un’Audi A3 station wagon – per abbandonarlo al pronto soccorso di Viterbo, prima di scappare.


Ora è ricoverato in rianimazione e, dopo un primo intervento, ne dovrà subire ancora parecchi. «Ho paura che non ce la faccia. Le ossa del volto sono tutte rotte ma – racconta la madre in lacrime – si possono sistemare. Il problema sono i danni subiti al cervello». I parenti raccontano di avere l'autorizzazione dei carabinieri per stare lì. «Ci hanno telefonato per dirci che aveva fatto un incindente e aveva una gamba rotta. Siamo partiti subito da Torino per venire qui e l'abbiamo trovato mezzo morto», continua la donna. Sulle accuse di furto non ha dubbi: «Non c'entra nulla. Lui fa il muratore. Non sappiamo con chi fosse quella notte. Se lo sapessimo – conclude – li ringrazieremmo perché portandolo in ospedale lo hanno salvato». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero