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La Lega nella Tuscia c’è. A dirlo è il senatore Umberto Fusco, fato dei verdi viterbesi mancato protagonista dell’ultima tornata elettorale, che ha visto impegnatii votanti di 20 comuni della provincia. A Vitorchiano, dove si è candidato sindaco, è stato battuto dall’uscente Ruggero Grassotti con un distacco abissale, ma lui ha assorbito il ko con nonchalance.
«Ho raccolto 700 voti che non sono pochi e per questo devo ringraziare Fratelli d’Italia e i civici per il sostegno. Non ho visto altri partiti al mio fianco e non voglio accampare scuse: gli elettori hanno ritenuto di non dare il via al cambiamento e rispetto la loro intenzione. La prossima volta sono certo che raddoppieremo i consensi».
Il futuro sarà a Vitorchiano e dintorni?
«Non mi dimetterò e siederò sui banchi dell’opposizione a disposizione della città. Porterò le istanze territoriali a livello nazionale. Ricandidarmi? Certo, io sono pronto a metterci sempre la faccia e a gettarmi nella mischia per il mio partito. Anche in un altro paese, non ho paura di presentarmi davanti alla gente. A differenza di altri che parlano e non affrontano i problemi sul territorio».
C’è chi ha parlato di sconfitta delle Lega all’ultima tornata elettorale provinciale.
«Direi che è una sconfitta del centro destra, e non voglio andare oltre per ora per non alimentare le frizioni. A Montefiascone non ci siamo presentati noi, per la troppa confusione, e il risultato lo conoscete. Altre versioni sono solo di fantasia. I numeri oltretutto stanno dalla nostra parte».
Già, i numeri...
«In tutto abbiamo incassato tredici nuovi consiglieri comunali e contribuito a far eleggere tre sindaci: Aquilani a Vetralla, una mia scelta, Cesetti a Canino e Ricci e Fabrica di Roma. E non è certo poco come bottino. I dati dalla Lega dicono che 4 consiglieri comunali verdi saranno presenti a Vetralla, 2 a Vitorchiano e Bassano Romano, 1 ciascuno a Canino, Marta, Acquapendete, Carbognano e Fabrica».
Nessuna sconfitta quindi?
«No. Perché a questi vanno aggiunti quelli già operativi nella provincia. Insomma, ci siamo a dispetto di chi dice il contrario».
E la sconfitta di Orte?
«Lì emerge dalla spaccatura del centro destra che ha provocato lo scivolone. Ma nel complesso il voto ci ha detto che la sinistra esce ridimensionata e il centrodestra deve ritrovare l’unità prima possibile».
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Il Messaggero