Sarà una campagna elettorale da 135 mila euro. Ecco quanto prevedono di spendere le 17 liste degli 8 candidati a sindaco. Manifesti, stampati, pubblicazioni per presentare...
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Il paperone di questa campagna elettorale – salvo diversa rendicontazione finale, che potrebbe stravolgere sempre la classifica - è Serra. La previsione di spesa sfonda quota 40 mila euro. Le sue due liste (Viterbo dei cittadini e Impegno comune) hanno presentato un bilancio preventivo identico: esattamente 20.100 euro l’una. In totale 12 mila tra manifesti e stampati, ma anche 8 mila per pubblicazioni su candidature e programma, mille per spese postali, 1.200 per telefono e 2 mila per materiale audiovisivo.
Medaglia d’argento per Arena, a quota 35.500. L’apporto più consistente gli arriva da Fondazione con 15 mila, seguita dai 10 mila dei Fratelli d’Italia. Il suo partito, Forza Italia, conta di spenderne 8 mila, 2.500 infine la Lega. Chiude il podio Ciambella con 33.500 euro (15 mila dal Pd, 11 mila da Orizzonte comune e 7.500 da La voce dei giovani viterbesi) da spendere tutti tra manifesti, stampati, pubblicazioni per presentazione programma e candidature.
Punta molto su manifesti e stampati, ma anche sulla presenza in radio e tv, Filippo Rossi, che prevede un budget di 10 mila euro, 5 mila per lista (Viva Viterbo e Area Civica). Chiara Frontini è a quota 8 mila (5.800 Viterbo 2020, 2.200 Viterbo cambia), di cui quasi 3 mila solo per manifesti e 1.700 per stampati vari. A Massimo Erbetti (M5S) bastano 5 mila euro - la metà per manifesti e stampati, solo 200 per radio e tv – e ancora meno a Paola Celletti (Lavoro e beni comuni): 2.360. Chiude Claudio Taglia, che almeno sulla carta si rivela il più parsimonioso: tra Casapound e Viterbo in musica arrivano insieme a 800 euro, tutti per stampe. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero