Viterbo, ecco quanto spendono gli otto candidati sindaco per la campagna elettorale

Viterbo, ecco quanto spendono gli otto candidati sindaco per la campagna elettorale
Sarà una campagna elettorale da 135 mila euro. Ecco quanto prevedono di spendere le 17 liste degli 8 candidati a sindaco. Manifesti, stampati, pubblicazioni per presentare...

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Sarà una campagna elettorale da 135 mila euro. Ecco quanto prevedono di spendere le 17 liste degli 8 candidati a sindaco. Manifesti, stampati, pubblicazioni per presentare programmi e candidature, spot radio e tv, spese per energia, telefono, poste, affitto locali per manifestazioni varie, mezzi di trasporto: sul podio di quelli che investono di più ci sono Francesco Serra, Giovanni Arena e Luisa Ciambella.


Il paperone di questa campagna elettorale – salvo diversa rendicontazione finale, che potrebbe stravolgere sempre la classifica - è Serra. La previsione di spesa sfonda quota 40 mila euro. Le sue due liste (Viterbo dei cittadini e Impegno comune) hanno presentato un bilancio preventivo identico: esattamente 20.100 euro l’una. In totale 12 mila tra manifesti e stampati, ma anche 8 mila per pubblicazioni su candidature e programma, mille per spese postali, 1.200 per telefono e 2 mila per materiale audiovisivo.

Medaglia d’argento per Arena, a quota 35.500. L’apporto più consistente gli arriva da Fondazione con 15 mila, seguita dai 10 mila dei Fratelli d’Italia. Il suo partito, Forza Italia, conta di spenderne 8 mila, 2.500 infine la Lega. Chiude il podio Ciambella con 33.500 euro (15 mila dal Pd, 11 mila da Orizzonte comune e 7.500 da La voce dei giovani viterbesi) da spendere tutti tra manifesti, stampati, pubblicazioni per presentazione programma e candidature.


Punta molto su manifesti e stampati, ma anche sulla presenza in radio e tv, Filippo Rossi, che prevede un budget di 10 mila euro, 5 mila per lista (Viva Viterbo e Area Civica). Chiara Frontini è a quota 8 mila (5.800 Viterbo 2020, 2.200 Viterbo cambia), di cui quasi 3 mila solo per manifesti e 1.700 per stampati vari. A Massimo Erbetti (M5S) bastano 5 mila euro - la metà per manifesti e stampati, solo 200 per radio e tv – e ancora meno a Paola Celletti (Lavoro e beni comuni): 2.360. Chiude Claudio Taglia, che almeno sulla carta si rivela il più parsimonioso: tra Casapound e Viterbo in musica arrivano insieme a 800 euro, tutti per stampe. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero