Degrado, l'ordinanza del sindaco: vietato sedersi in centro storico. Multe fino a 500 euro

Giovani seduti in piazza del Comune
Multe in arrivo per rispettare il decoro e contrastare il degrado urbano nel centro storico, legato alla diffusione del virus Covid-19. Il sindaco Arena ha firmato...

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Multe in arrivo per rispettare il decoro e contrastare il degrado urbano nel centro storico, legato alla diffusione del virus Covid-19. Il sindaco Arena ha firmato un’ordinanza urgente. Nel dettaglio, ecco cosa prevede il provvedimento a partire dalla data odierna fino al prossimo 27 giugno.

Nel centro storico di Viterbo, area delimitata dalle mura medievali cittadine, è posto il divieto di sedersi, sdraiarsi o dormire sul suolo pubblico o ad uso pubblico, sulla soglia, sulla pavimentazione, sui muretti, sui gradini posti all’esterno degli edifici pubblici e privati, scolastici ed universitari, dei monumenti e dei luoghi di culto, sugli spazi verdi, sugli arredi urbani.

Sono esentati dal divieto i cittadini che usufruiscono delle panchine pubbliche e i clienti di pubblici esercizi ed attività commerciali che usufruiscono di aree esterne pertinenziali a dette attività. È inoltre posto il divieto di mangiare e bere occupando con alimenti, contenitori, sacchi, carte o altri oggetti il suolo pubblico o ad uso pubblico, le soglie, le pavimentazioni, i muretti, gli arredi urbani, i gradini posti all’esterno degli edifici pubblici e privati, scolastici ed universitari, dei monumenti e dei luoghi di culto. 

“Questa ordinanza - ha spiegato il sindaco Arena - è stata emanata per prevenire i fenomeni di degrado urbano. A tutto questo - prosegue ancora il sindaco Arena - si aggiunge il fenomeno, più volte segnalato, del consumo di sostanze stupefacenti sulla pubblica strada e sui gradini di abitazioni private, particolarmente nelle vie e nei vicoli compresi tra piazza Martiri di Ungheria e piazza San Faustino”. “Questa ordinanza è stata condivisa con il prefetto Giovanni Bruno”. 

Per i trasgressori sono previste ammende da 25 a fino a 500 euro.

 

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Il Messaggero