Viterbo, primo trimestre nero per la famiglie. Cresciute del 30% le richieste ai servizi sociali

Viterbo, primo trimestre nero per la famiglie. Cresciute del 30% le richieste ai servizi sociali
Crisi, primo trimestre nero per le famiglie viterbesi. Da gennaio cresciuto del 30% il numero di quelle costrette a chiedere aiuto ai servizi sociali. Termometro...

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Crisi, primo trimestre nero per le famiglie viterbesi. Da gennaio cresciuto del 30% il numero di quelle costrette a chiedere aiuto ai servizi sociali. Termometro dell’emergenza sociale, le domande per il bonus spesa. Nell’ultimo bando, licenziato nei primi giorni di marzo e scaduto il 7 aprile, sono state circa mille le pratiche degli aventi diritto evase contro le 650 di quello che faceva riferimento al bimestre novembre – dicembre.  Numeri ancora non definitivi, le pratiche sono tutt’ora allo spoglio degli uffici comunali e soggetti quindi a delle oscillazioni, che presentato il conto di 13 mesi di pandemia. 

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«Il Covid 19 sta mostrando con ancora più forza l’altra sua faccia, quella che aggredisce le famiglie – spiega l’assessore ai servizi sociali Antonella Sberna -. Siamo sotto pressione ma il nostro obiettivo non cambia rispetto all’inizio della pandemia, anzi si rafforza la convinzione che nessuno deve essere lasciato indietro». 
Una situazione in peggioramento denunciata anche, nella settimana di Pasqua, dalla Caritas diocesana e dall’emporio solidale ‘I care’ di Santa Barbara arrivato ad assistere 214 famiglie contro le 70 dell’estate scorsa, e che potrebbe non essere arrivata al suo acme con lo fine del blocco dei licenziamenti nei prossimi mesi e l’inevitabile diminuzione delle misure assistenzialiste messe in campo dal governo.

«Quello che preoccupa è la velocità con la quale si muove la crisi e il mondo in cui si diffonde – continua Sberna -. Il 30% in più che abbiamo registrato nel trimestre non riguarda fasce a rischio. Sono soggetti nuovi che, in una situazione normale, non avrebbero bisogno dell’assistenza del Comune». Un esercito di nuovi poveri che non coinvolge solo famiglie monoreddito o con un lavoro saltuario, ma una lunga gamma di figure legate al mondo dell’artigianato e della micro impresa base del tessuto produttivo della città. 

«Il Comune di Viterbo ha messo in campo oltre le proprie forze per sostenere le famiglie e non smetterà di impegnarsi con ogni mezzo – continua Sberna -. Se siamo riusciti a reggere davanti a questo tsunami, il merito va anche alla sinergia che si è creata con le associazioni e le strutture di volontariato della città».  Il riferimento è alla cabina di regia, voluta proprio dall’assessore Sberna a inizio anno, che ha messo in relazione le varie realtà viterbesi con l’obbiettivo di garantire l’accesso agli strumenti di sostengo a tutti i richiedenti, evitando ogni possibile sovrapposizione prima di aver messo in sicurezza ogni famiglia. 

 

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Il Messaggero