Natale ai tempi del Covid, Donetti (Asl): «Sarà triste per tutti lontano dai cari, ma dobbiamo difenderli»

Daniela Donetti
«Anche io vorrei vedere i miei genitori e abbracciarli. Ma se devo fargli del male, preferisco aspettare. Sarà un Natale triste per tutti. Non abbiamo...

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«Anche io vorrei vedere i miei genitori e abbracciarli. Ma se devo fargli del male, preferisco aspettare. Sarà un Natale triste per tutti. Non abbiamo alternative». Alla vigilia delle festività, il direttore generale della Asl, Daniela Donetti, lancia un appello alla responsabilità dei viterbesi: rinunciare ai momenti di socialità che tradizionalmente caratterizzano queste giornate è l’unico antidoto per tagliare le gambe alla diffusione del virus.

Dottoressa, qual è l’attuale situazione dell’epidemia nella Tuscia?
«Stiamo registrando dati molto buoni. Mentre a ottobre avevamo un Rt (indice di trasmissione, ndc) alto, una settimana fa eravamo allo 0,53. Merito anche del lavoro di Comuni e azienda sanitaria».

E il focolaio che ha coinvolto oltre 200 tra suore e frati di 4 strutture religiose?
«Ha comportato negli ultimi giorni un incremento dell’Rt. Ma si tratta di situazioni circoscritte, sul territorio siamo abbastanza tranquilli».

La difficoltà principale nel contenere il virus all’interno dei conventi?
«Tutte le strutture residenziali chiuse con alta densità abitativa sono complicate a prescindere, soprattutto per la separazione dei percorsi, Inoltre, trattandosi di persone abbastanza giovani i sintomi erano molto blandi e l’emersione del fenomeno l’abbiamo avuta soprattutto dopo aver fatto i tamponi a tutti».

Numeri in risalita negli ultimi giorni: effetto anche della corsa allo shopping?
«La chiamerei piuttosto una naturale e comprensibile voglia di ritorno alla normalità che proviamo tutti. Purtroppo, però, è ancora prioritario difenderci dal virus. Lo dimostra anche l’aumento dei casi con sintomatologia. Comprendiamo la fatica delle persone: è anche la nostra».

Qual è il ruolo del vaccino?
“Sarà un elemento importante per combattere la pandemia. Ma finché non arriverà a tutti, la nostra unica arma resta rispettare le regole: usare la mascherina, lavarsi le mani ed evitare gli assembramenti”.

Il 7 gennaio riapriranno le scuole. Come vi state preparando? 

“Abbiamo previsto dal 3 gennaio uno screening volontario con tampone antigenico rivolto ai ragazzi dai 14 ai 18 anni. È la fascia più critica nel mantenimento del distanziamento sociale. Vogliamo essere preventivi rispetto alle criticità che potrebbero manifestarsi. Stiamo per aprire il primo walk-in alla Cittadella. Si affiancherà ai drive-in e vi si potranno recare anche i ragazzi di pomeriggio per sottoporsi all'antigenico”.

Cosa ci aspetta a primavera?


“Fino a quando non avremo un numero importante di vaccinati, se allentiamo le regole e dovesse arrivare una terza ondata, partiremmo da un livello di occupazione di posti letto già elevato. Ma dobbiamo anche ritrovare la normalità: rispettare le regole significa essere meno egosti, nel rispetto dei sanitari e di chi ha il diritto di lavorare, come chi è impiegato nel commercio. Anche loro sono vittime del Covid”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero