Ufficialmente guarito il professore Danilo Monarca, primo caso di Covid-19 scoperto nella Tuscia, insieme a quello di una studentessa georgiana. Il docente del Dafne era stato...
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Coronavirus, il prof dallo Spallanzani positivo: «Si guarisce, fiducia nei medici»
Intanto, una cena potrebbe essere la causa del contagio dei 4 casi di Covid-19 scoperti ieri a Celleno. Si tratta di due uomini e due donne, di altrettanti nuclei familiari, contatti di persone già infettate nel comune della Teverina. Proprio le indagini epidemiologiche effettuate dalla Asl con il Comune appena scoperti i primi due casi il 31 marzo, hanno portato a individuare la cerchia di sospetti sui quali sono stati effettuati i tamponi (mancano ancora alcuni risultati).
Il sindaco Marco Bianchi specifica: «È vero che la cena è un possibile veicolo ma, in ogni caso, è avvenuta prima dell’11 marzo, quando sono entrate in vigore le misure più restrittive con decreto del presidente del consiglio dei ministri». Nessuna quarantena violata, quindi, il che scongiura il rischio di una denuncia. E continua: «I nostri amici, che stanno tutti bene e che ringrazio per la sensibilità e il senso civico che dimostrano nei confronti di tutta la comunità, mi hanno autorizzato a diffondere il loro nomi: Luciana Liistro, Daniele Passarelli Pula, Assunta Ciancola e Gianna Sarri. Sono un po’ scossi ma vogliono tranquillizzare tutti sul loro stato di salute».
Dopo l’arresto di sabato, con nessun nuovo tampone positivo, si conferma il trend al ribasso nel contagio. Lascia ben sperare che continuano ad essere negativi i test sui pazienti e sugli operatori di Villa Immacolata, nonostante l’analisi non sia terminata. I casi di Celleno rientrano nei 9 certificati ieri dalla Asl e che hanno fatto salire la conta a 305 dall’inizio dell’emergenza. Gli ulteriori contagiati sono 1 di Tarquinia (una minore di un nucleo familiare già colpito), 1 di Tuscania e 1 di Montefiascone (un’infermiera di Villa Santa Margherita che però non lavorava da un mese).
A loro vanno aggiunti due ulteriori contaminati, domiciliati rispettivamente a Monteromano e a San Lorenzo Nuovo, che lavorano fuori provincia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero