Viterbo, rebus consiglio comunale: dove farlo? Le ipotesi Provincia, teatro Unione e Palamalè o in videoconferenza

La sala del consiglio provinciale
Da palazzo dei Priori a palazzo Gentili. Il consiglio comunale del capoluogo potrebbe traslocare dalla sala d’Ercole a quella più grande della Provincia: sembra...

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Da palazzo dei Priori a palazzo Gentili. Il consiglio comunale del capoluogo potrebbe traslocare dalla sala d’Ercole a quella più grande della Provincia: sembra questa l’ipotesi più accreditata per le prossime sedute. Resta in piedi anche la strada della videoconferenza, mentre tra le ipotesi sono spuntati il teatro Unione e il Palamalè. A Montalto di Castro invece sul tema monta la polemica.


A breve – forse già domani – si riuniranno i capigruppo per fare il punto. «Da tempo – dice il presidente del consiglio Stefano Evangelista - sto cercando di capire come si stanno muovendo Anci e Comuni più grandi di noi. Andranno garantite le prerogative dei consiglieri e la sicurezza, evitando assembramenti. Anci regionale ha individuato una piattaforma per la videoconferenza: l’abbiamo provata ma non risulta ottimale».

Il sistema potrebbe valere anche per le commissioni. L’alternativa è riunirsi in un ambiente più grande «che possa consentire ai consiglieri di essere a debita distanza». Tra le ipotesi il teatro e il palazzetto dello sport, «avanzate da qualche consigliere – continua Evangelista - ma non c’è nulla di ufficiale e costerebbero di più per microfoni, riscaldamento e streaming. Mi sono confrontato per valutare la Provincia, la cui sala del consiglio può ospitare 60 consiglieri. Ho inviato la richiesta. Non essendo stato approvato ancora il bilancio in giunta abbiamo tempo per decidere».

Francesco Serra (Viterbo dei cittadini) concorda sulla Provincia, «con mascherine e distanze di sicurezza: credo che il presidente Pietro Nocchi sia favorevole. Sarebbe praticabile e con meno spese. Altrimenti servirebbero sale più grandi come quelle di alcuni alberghi dotate di microfoni, anche se sarebbe più complicato perché non ne hanno molti».


Montalto di Castro ha virato verso la videoconferenza, con il noleggio di pc e webcam per ogni consigliere. Ma dal Pd, Quinto Mazzoni si oppone. Anzi, ha già restituito tutto. «Il consiglio può riunirsi anche fisicamente, con le dovute precauzioni». La spesa viene dunque bollata come «uno schiaffo alle famiglie in difficoltà». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero