Viterbo. i negozi del centro storico fermi per il virus: idee, beneficenza e preoccupazioni. «Ma pronti a ripartire»

Viterbo. i negozi del centro storico fermi per il virus: idee, beneficenza e preoccupazioni. «Ma pronti a ripartire»
Essere positivi in un momento delicato e difficile come questo non è per niente semplice. Riccardo Streni, titolare del negozio di abbigliamento Naldi - tra le boutique...

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Essere positivi in un momento delicato e difficile come questo non è per niente semplice. Riccardo Streni, titolare del negozio di abbigliamento Naldi - tra le boutique più note della città - dal 10 marzo sta vivendo la serrata dei negozi per coronavirus, che ha costretto quasi tutti ad abbassare le saracinesche. Si sta pensando alla fase della riapertura, ma intanto c’è da fare la conta dei danni e provare a volgere lo sguardo in avanti.


«Premetto che la battaglia più difficile la stanno vivendo le persone che combattono negli ospedali, medici, infermieri e soprattutto malati – spiega al telefono Streni – noi combatteremo a viso aperto quella economica ma prima c’è da vincere quella sanitaria». La premessa fa onore, ma i problemi rimangono lì davanti agli occhi e soprattutto nelle casse dei negozi rimaste desolatamente senza banconote.

«Ho due dipendenti che ho dovuto mettere in cassa integrazione – snocciola dati il titolare della boutique – e praticamente da metà marzo non abbiamo più incassi. Il problema più grande per un negozio di abbigliamento sono gli ordini: in questo momento ho il negozio pieno di merce per la stagione primavera-estate; noi paghiamo in anticipo tutta la merce che arriva, ma già so che potrò venderla in minima parte». La primavera e l’estate sono le stagioni da cerimonia: comunioni, cresime e soprattutto matrimoni; tutto bloccato dal virus invisibile.

«Quella è la perdita maggiore. Ho la sartoria ferma e soprattutto molte cerimonie sono state spostate a settembre o completamente annullate. In questo periodo per me il grosso del guadagno arriva dalla vendita di abiti». Il telefono è sempre acceso, c’è da trattare con i fornitori e ingegnarsi per farsi venire qualche idea brillante. «Alcuni fornitori capiscono il momento altri meno, ma questo è positivo: servirà per capire con chi ripartire quando questo incubo sarà terminato. Gli aiuti del Governo? Un primo passo, ma secondo me dovrebbe essere bloccato anche il pagamento degli affitti, altrimenti molti negozi non riapriranno».


Già ma quando si riaprirà? «Leggo da metà maggio: sono fiducioso che tutto possa ripartire con gradualità certo ma anche con entusiasmo. Penso a una riapertura su appuntamento fornendo un servizio adeguato per ogni cliente: già oggi abbiamo attivato un servizio di consegna a domicilio (consegna Streni in bicicletta) che in 60 minuti consegna a Viterbo la merce ordinata a casa del cliente. In più – attraverso tessuti di camice Naldi che avevo in negozio – ho ricavato il materiale per creare mascherine da mettere in vendita, il cui ricavato sarà devoluto per metà in beneficenza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero