Viterbo, la paura delle cassiere del supermercato: «Il terrore di portare il virus a casa»

Il supermercato di Viterbo
Covid 19, aumentano i protocolli e i dispositivi per la sicurezza dei dipendenti nei supermercati, ma cassiere e addetti alla vendita hanno ogni giorno più paura. ...

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Covid 19, aumentano i protocolli e i dispositivi per la sicurezza dei dipendenti nei supermercati, ma cassiere e addetti alla vendita hanno ogni giorno più paura.


«L’80% dei supermercati della Tuscia - spiega Aldo Pascucci della Cisl - si è adeguato alle misura di sicurezza. Proprio come era stato richiesto. I punti vendita si stanno rifornendo di mascherine, guanti e gel disinfettanti. In molti supermercati, i più grandi, sono state istallate lastre in plexiglass davanti alle casse e adottate misure straordinarie per limitare il più possibile i contatti con l’utenza. Non solo, per tranquillizzare la forza lavoro sono aumentate anche le pulizie ordinarie e straordinarie all’interno dei punti vendita». 

Misure che al momento però non stanno ottenendo, dal punto di vista psicologico, i risultati sperati.«Abbiamo paura - racconta una delle cassiere che lavora all’Ipercoop del capoluogo -. La paura più grande è di portarsi il virus a casa e trasmetterlo ai nostri cari». E’ vero - continua -, abbiamo preso misure di sicurezza, la vigilanza fa entrare i clienti a scaglioni e le signore delle pulizie stanno facendo un lavoro straordinario, disinfettando tutto più e più volte al giorno. Dall’interno del supermercato ai nostri spazi comuni. Ma resta la paura».

Cassiere e dipendenti di supermercato ogni giorno vanno al lavoro per assicurarsi che tutti possano riuscire a fare la spesa anche in questo periodo di estrema difficoltà. E non lo fanno a cuor leggero. «La preoccupazione principale sono le persone che vivono con noi, che a causa nostra potrebbero beccarsi il Coronavirus. Ci sono colleghe che non vedono i figli da giorni per paura di contagiarli anche se non sono positive al virus». Il Coronavirus ha cambiato molte abitudini.

«Si parte da casa piangendo - continua - e si torna stanche e preoccupate. Ci cambiamo gli abiti nel pianerottolo pur di non farli entrare in casa. E sì è vero abbiamo mascherine, io la stessa da due settimane, guanti e gel alcolici ma stanno finendo e non sappiamo quando arriveranno. Per evitare ogni possibile contatto abbiamo ridotto gli spazi comuni, cerchiamo di evitarci tra colleghi, ci giriamo intorno. La verità è che abbiamo paura perché non sappiamo se il nostro vicino ha frequentato qualcuno».


E in tutto questo non sempre i clienti aiutano. «E’ una guerra - dice ancora -, ogni giorno ce n’è una. Molti sono indisciplinati, non vogliono seguire le regole e se glielo fai notare o ti insultano dicendo che siamo esagerati o ti tossiscono sulla cassa. Poi ci sono anche quelli innamorati che vengono a fare la spesa mano nella mano senza aver la minima idea di cosa sta succedendo o quelli che si assembrano davanti al reparto farina o a leggere quanti grassi ha lo yogurt. Credo che le forze dell’ordine dovrebbero venire più spesso a controllare».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero