Viterbo: le tensioni in Comune, Santucci: «Ma il sindaco che fa?»

Viterbo: le tensioni in Comune, Santucci: «Ma il sindaco che fa?»
Consigliere Gianmaria Santucci, leader della lista FondAzione, è stata una settimana alquanto agitata a palazzo dei Priori. Come giudica le tensioni interne alla coalizione? ...

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Consigliere Gianmaria Santucci, leader della lista FondAzione, è stata una settimana alquanto agitata a palazzo dei Priori. Come giudica le tensioni interne alla coalizione?


«Non entro nel merito. Sono affari del centro sinistra. Ma rilevo che è lo stesso sindaco a certificare che il suo esecutivo è alquanto ammaccato. Nel momento in cui annuncia che “la ricreazione è finita”, nessuno dei suoi sodali ha pensato di replicare, con un pizzico di ironia, se fossero o meno finite le merendine...».

Come esponente dell'opposizione, come ha vissuto i primi quindici mesi della navigazione dei Leonardo Michelini&C.?

«Me lo potrei cavare dicendo che siamo di fronte al nulla. In realtà le cose sono più complicate, soprattutto perché è stato svuotato il ruolo dell'assemblea, per il semplice motivo che si recita a soggetto ovvero c'è un gioco delle parti tra sindaco e assessori».

Cosa intende dire?

«Che nove volte su dieci il primo cittadino non sa di cosa si sta parlando, non conoscendo in dettaglio l'argomento che si sta esaminando. E allora si salva in corner, cedendo il microfono ai suoi assessori, il più delle volte imbarazzati nel dover assumere compiti impropri».

Vuol dire che non è oliato a dovere il gioco di squadra?

«Non è un una questione di gioco di squadra. Il sindaco deve fare il sindaco, le deleghe sono funzioni strumentali, non politiche e il più delle volte si ha la sensazione che Michelini sia l'avatar di qualcun altro».

Le criticità degli ultimi giorni sono sorte con il passaggio di Goffredo Taborri, da Oltre le mura al Nuovo Centrodestra, una collocazione che molti osservatori giudicano fomite di tensioni e pericoli per l'assetto del centro sinistra.


«Non ho la sfera di cristallo, ma rilevo che, salvo qualche timido pronunciamento, nessun esponente della maggioranza pare aver colto il senso profondo dello strappo di Taborri. Men che mai il sindaco che, a quanto pare, non ha ancora affrontato la singolare anomalia di un consigliere che non è carne né pesce, non essendo non più in maggioranza, ma nemmeno all'opposizione. Mah...». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero