S.Angelo, 10 mila euro ad associazione di Orvieto per murale sui tre porcellini: «Una porcata»

S.Angelo, 10 mila euro ad associazione di Orvieto per murale sui tre porcellini: «Una porcata»
L’hanno chiamata «la porcata del Comune di Viterbo». Perché dopo quattro anni in cui si è «boicottata un’associazione che non gli va...

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L’hanno chiamata «la porcata del Comune di Viterbo». Perché dopo quattro anni in cui si è «boicottata un’associazione che non gli va evidentemente a genio», palazzo dei Priori ha concesso un contributo a un’altra di Orvieto per la realizzazione di un murale a Sant’Angelo, il paese delle fiabe. Su cosa? I tre porcellini: da qui il riferimento alla porcata. Ovvero al fatto che chi ha inventato e portato avanti il progetto – l’associazione Acas, presieduta da Gianluca Chiovelli (nella foto in basso) – è stato sempre ignorato dalla giunta Arena.

Sant’Angelo grazie a questa iniziativa è presa d’assalto, ma Acas non è mai riuscita a farsi notare dal Comune, anzi. Ecco perché i fondi a un’altra associazione, che nulla ha a che vedere con il posto, vengono visti come uno schiaffo in faccia. E per questo «ci saranno conseguenze legali», assicura Chiovelli. Questa è la storia. «A fine 2016 – dice - abbiamo creato un’associazione culturale per risollevare il paese, che era ridotto molto male. Il progetto principale erano i murales sulle fiabe, sotto la guida dell’ex sindaco Michelini. Siamo a 46 opere, arriveremo a oltre 50 entro fine anno».

Sul posto decine di migliaia di turisti, economia e mercato immobiliare risollevati: tutto bello? No. «Siamo platealmente boicottati dal Comune – continua Chiovelli – che ce ne sta facendo di tutti i colori. La reazione è allucinante, ci ha negato tutto: i finanziamenti, le scuole per fare incontri con i bambini, volevamo dare il nome di Collodi a uno slargo anonimo ed è successo l’inferno, abbiamo ripetutamente chiesto piccole migliorie del paese per le migliaia di persone che vengono da fuori. Invece lo hanno riempito di transenne: pare Alcatraz, hanno steso un cordone per cui il turista se vuole venire deve farsi qualche chilometro a piedi».

Eppure la situazione, con i murales, si è capovolta. «Abbiamo avuto decine di migliaia di visitatori. Prima qui c’era un bar, o meglio un circolo, un alimentari e basta. Ora – commenta il presidente di Acas - ci sono tre bed&breakfast, due bar, un ristorante e un’altra attività aperta da poco. Senza contare che sono state messe a posto 40 pareti». Nulla contro l’associazione di Orvieto, «ma in quattro anni il Comune non ha piantato un chiodo: così ci prendono in giro. Da noi è venuta 14 volte la Rai, le televisioni svizzera, cinese e americana. Ci ha scritto pure Mattarella per complimentarsi. E loro oltre a non darti un centesimo ti boicottano. Non ci sono i soldi, dicono. Non è vero, naturalmente». Perché tutto questo? «Ansia di compiacere gli amici e contrastare i meritevoli: a qualcuno non piace ciò che stiamo facendo».

Non solo: «Ci hanno mandato i vigili mentre stava dipingendo un’artista, sono stato pure convocato dai carabinieri, cose fuori dal mondo. Da 3 o 4 anni stiamo subendo un fuoco di fila allucinante. Sembra una follia, ma è così. Marchio e progetto sono comunque registrati: ci saranno conseguenze di tipo legale – conclude Chiovelli – e non solo: solleciteremo pure organismi sulla trasparenza».

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Il Messaggero