Commercio, consumi in ripresa ma il Natale resta sotto tono. Si salva il settore alimentare

Commercio, consumi in ripresa ma il Natale resta sotto tono. Si salva il settore alimentare
L’ultimo weekend di shopping prenatalizio rilancia i consumi ma non basta, per i commercianti di Viterbo, che sperano negli acquisti lastminute a due giorni dalla chiusura...

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L’ultimo weekend di shopping prenatalizio rilancia i consumi ma non basta, per i commercianti di Viterbo, che sperano negli acquisti lastminute a due giorni dalla chiusura imposta dalla stretta del governo, resta un Natale sottotono. 

A dare un quadro una statistica di Confcommercio che evidenza come il 20% degli italiani abbia deciso, per necessità, di rinunciare agli acquisti di Natale. Una nuova sfumatura di nero su un dato già in flessione e una spesa media per famiglia scesa di 50 euro circa (330 contro 380) rispetto al 2019. 
«Vale la pena di aspettare fino all’ultimo giorno prima di fare un bilancio – spiega Riccardo Streni, titolare di ‘Naldi’ in pieno centro storico – Oggi posso dire solo che si tratta di un Natale diesel, partito con molto ritardo e che fatica a recuperare».

 La serrata delle gallerie dei centri commerciali ha dato respiro ad  alcune attività ma non cancella le difficoltà che prima di essere caratteristica del comporto abbigliamento è dell’intero settore consumi. A novembre il crollo è stato del 16% (fonte Confcommercio). Dati confermati da Confesercenti che tornano a chiedere l’apertura di un tavolo confronto permanete e una serie di misure che vanno dalla cancellazione dell’Imu anche per tutto il 2021, alle tax credit per le locazioni, esenzione di Irap, Tari, Tosap e Cosap. E ancora, a livello superiore, credito d’imposta per gli affitti e stop agli sfratti per il prossimo anno, moratoria per tutto per mutui e finanziamenti per imprese e persone fisiche.

«Quello che emerge è lo specchio di una crisi profonda. Molte attività provate dai periodi di chiusura poi sono a rischio». Commenta il presidente Vincenzo Peparello che poi spende una battuta sulle nuove restrizioni.
«La zona rossa prevista dal Governo per le festività natalizie rappresenta un altro colpo mortale per la ristorazione. Vengono vanificati i grandissimi sacrifici degli esercenti che con grande difficoltà sono rimasti in piedi nell’attesa – annunciata più volte proprio dal Presidente del Consiglio – di poter tornare a lavorare durante le feste di Natale». 

Nel carrello della spesa degli italiani soprattutto libri (39%), abbigliamento (36%), giocattoli (27%), e prodotti tecnologici (25%). Regali rivolti a bambini, coniugi e partner, mentre si limiteranno quelli per sé stessi (31%), per parenti (31%) e amici (29%). L’unico settore merceologico che tiene il passo è quello alimentare. «Ascoltando la voce delle imprese viene fuori una realtà in chiaroscuro, ma ci sono diversi lati positivi – spiega Luigia Melaragni segretaria della Cna di Viterbo e Civitavecchia - il settore dell’alimentare artigianale fortunatamente regge bene».

Secondo Melaragni, «pur restando le difficoltà legate al calo generale dei consumi e alla crisi, questo Natale conferma la tendenza che si era evidenziata negli anni precedenti: il consumatore continua ad avere attenzione e a riporre fiducia nel prodotto locale e nella sua qualità». Parole che trovano sostegno in quelle di Marco Borgognoni, titolare della piccola formaggeria artigiana di Viterbo. 

«C’è un forte incremento del dettaglio – commenta – ma in generale è tutto il settore dell’alimentare artigianale, credo, a tenere. Anzi, forse per alcune attività si può parlare di crescita».

 

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Il Messaggero