Viterbo città universitaria: ecco l’investimento previsto da Unitus

Viterbo: l'ex caserma Palmanova
Rettore Stefano Ubertini, il cda dell’Ateneo lo scorso aprile ha dato il via libera all’ingente finanziamento, pari a 8 milioni di euro, per potenziare gli spazi per...

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Rettore Stefano Ubertini, il cda dell’Ateneo lo scorso aprile ha dato il via libera all’ingente finanziamento, pari a 8 milioni di euro, per potenziare gli spazi per la didattica e la ricerca. Le risorse come e dove saranno riversate?

«L’investimento riguarda il recupero della ex Caserma Palmanova (poco meno di 6 milioni di euro) e la riqualificazione energetica di alcuni edifici del campus Riello (1.5 milioni di euro). Queste risorse sono aggiuntive rispetto a quelle stanziate a fine 2019 per l’acquisizione e la ristrutturazione della Caserma dei Vigili del Fuoco, che rimane un obiettivo primario del nostro Ateneo».
 
Si percepisce che si tratta di un piano di sviluppo molto ambizioso che va oltre la semplice ristrutturazione.
«E’ un investimento su Viterbo città universitaria, perché presuppone una crescita dell’ateneo. Avrà quindi ricadute molto positive sui servizi agli studenti, che avranno spazi più ampi e confortevoli per studiare e seguire le lezioni; sulla ricerca, per la disponibilità di nuove aree per i laboratori; sul territorio, per gli effetti socio-economici indotti da un investimento di questa dimensione e per gli ambienti dedicati al rapporto con le imprese e col mondo del lavoro»
 
Ex Caserma Palmanova, il progetto cosa prevede?
«Il recupero consentirà di riutilizzare circa 4. 890 mq. di superficie lorda distribuita su due piani. Il complesso è in evidente stato di degrado e di fatiscenza, le coperture sono tutte puntellate e le verifiche strutturali hanno rivelato un quadro incompatibile con l’attuale normativa antisismica e difficilmente riconducibile al grado di sicurezza oggi richiesto per qualunque destinazione, figuriamoci se parliamo di edifici destinati ad ospitare gli studenti. Questa situazione ha portato alla scelta di demolire e ricostruire tutte le strutture dell’immobile».
 
Quale sarà il nuovo volto dello storico immobile?
«Le nuove opere verranno eseguite nel rispetto generale della sagoma originaria, ad eccezione di alcune lievi modifiche necessarie per rendere l’edificio adeguato alle esigenze tecniche e funzionali che un edificio universitario comporta. La distribuzione degli spazi prevede: una grande sala-auditorium di oltre 400 posti e cinque aule in grado di ospitare quasi 1.000 studenti; un ambiente polivalente a doppia altezza, con annesso spazio esterno su terrazza, 8 ambienti destinati a studi collettivi, uffici e laboratori didattico/scientifici».
 
Le funzioni del complesso non sono limitate solo alla didattica.
«Nella definizione dell’Auditorium e dello spazio polivalente, si è voluto tener conto del ruolo propulsore per la diffusione della cultura e dell’innovazione che il nostro Ateneo intende consolidare: si tratta infatti di spazi che ben si prestano all’organizzazione sinergica di eventi ed iniziative pubbliche e alla fruizione da parte dell’intera collettività essendo idonei per esposizioni, rappresentazioni artistiche e teatrali, meeting etc.”
 
Come si configura il cronoprogramma dei lavori?

«“I lavori saranno eseguiti in più anni. Abbiamo previsto 3 lotti funzionali e una durata complessiva dei lavori pari a circa 5 anni. Ogni lotto, dell’importo complessivo di quasi 2 milioni, dovrà essere realizzato in 18 mesi. Sottolineo che il recupero non è fondamentale solo per il potenziamento degli spazi per la didattica e la ricerca, ma contribuisce in misura sostanziale al recupero urbanistico di una intera zona situata in prossimità del centro storico cittadino». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero