L'invasione dei cinghiali, già abbattuti dai cacciatori 5.600 capi nell'Atc Vt1. Il rebus dei rimborsi

L'invasione dei cinghiali, già abbattuti dai cacciatori 5.600 capi nell'Atc Vt1. Il rebus dei rimborsi
Oltre 5.600 cinghiali abbattuti dallo scorso settembre a oggi, di cui 212 nell'ambito delle varie attività di controllo. In media circa 23 capi al giorno e otto...

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Oltre 5.600 cinghiali abbattuti dallo scorso settembre a oggi, di cui 212 nell'ambito delle varie attività di controllo. In media circa 23 capi al giorno e otto catture. Uno dei pochi casi, a livello nazionale, in cui viene raggiunto il 100% del piano di selezione che, per la stagione 2020/2021, prevedeva il prelievo massimo di 478 esemplari.

Quanto basta a Mauro Favero, presidente dell'Atc Vt1 (Ambito di caccia del nord della provincia, capoluogo compreso), per affermare che nel contenimento degli ungulati «abbiamo messo in campo tutto ciò che era nelle nostre possibilità». Azioni che hanno prodotto un risultato importante: «Rispetto all'anno precedente si registra una riduzione del danno del 26%». Ma i problemi restano, come dimostrano le continue segnalazioni di raid contro le colture e gli avvistamenti di branchi in città.

Se ne è parlato martedì scorso in una riunione al Cefas, convocata proprio dall'Atc per illustrare alle associazioni agricole (Confagricoltura, Cia, Coldiretti) le azioni svolte. «In questi mesi la risposta da parte dei nostri cacciatori è stata massiccia», dice Favero. Al termine dell'incontro «ci siamo trovati tutti d'accordo, agricoltori e cacciatori, nell'unire le nostre voci in modo da avere un peso più incisivo nel dialogo con la Regione, per chiedere strumenti più flessibili contro il proliferare della specie».

Le proposte saranno messe nero su bianco a breve in un nuovo incontro, «anche con il coinvolgimento dell'Atc Vt2. Quali? Per esempio, dare la possibilità agli agricoltori di intervenire in prima persona senza il coordinamento della polizia provinciale, così come sarebbe auspicabile quando si svolgono le azioni di controllo», risponde Favero.

«Con il servizio chiamato Sos danni attivo dal giugno 2020, abbiamo raccolto 377 segnalazioni, tutte lavorate entro le 48 ore. Inoltre, stiamo per lanciare un bando per concedere in comodato d'uso recinzioni elettrificate (21 richieste già pervenute)», aggiunge. Con la Provincia, invece, sono in fase di avvio i piani quinquennali di gestione e controllo del cinghiale nella Riserva naturale regionale Valle dell'Arcionello e a Monte Casoli (Bomarzo).

«La situazione è grave», dice Sergio Del Gelsomino della Cia (3.000 aziende rappresentate in provincia), che si sofferma sui risarcimenti: «Tanti agricoltori non fanno più domanda alla Regione perché i soldi arrivano dopo anni e si tratta di una percentuale molto più bassa, rispetto al danno reale. Se la situazione non si sblocca, e gli agricoltori non saranno risarciti per il danno realmente subito, allora per ottenerlo saremo costretti ad agire per le vie legali».
 

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Il Messaggero