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Piazza Campoboio, di tutto di meno. E' un angolo del centro cittadino nascosto, ma soprattutto dimenticato, accessibile da piazza della Vittoria, dietro al palazzo dell'Inps. L'area è in larga parte privata, ma a uso pubblico visto che chiunque può parcheggiare in quello spazio sterrato senza pagare (come accade ovunque sulle strisce blu). Ma nell'area il degrado e i pericoli sono sotto gli occhi di tutti: quello spiazzo e il rudere di fabbricato sono lì dagli anni 70.
Su piazza Campoboio sono stati fatti molti progetti immobiliari e annunciati piani di recupero, mai decollati. Come quello di sfruttamento dei circa 6 mila metri cubi richiesto dai proprietari al Comune, ma la licenza edilizia non è stata rilasciata. Le trattative risalgono alla giunta comunale guidata da Gabbianelli, seguite poi con Marini sindaco e finanche con il successore Michelini.
Senza esito, così come i progetti architettonici che mirano a una sua ricollocazione tra gli spazi pubblici dell'area: attraverso palazzo Santoro, quello dove sono in corso i lavori di riqualificazione della biblioteca comunale, sarebbe ripristinabile il passaggio pedonale tra piazza Verdi e Campoboio stesso. Progetto affascinante ma anche avveniristico, valutate le (pessime) capacità di programmazione urbanistica finora mostrate dalla giunta Arena. In questo come in altri spazi urbani in cui regnano l'incuria e l'abbandono.
La visione dei resti del palazzetto diroccato e coperto dalla vegetazione lascia perplessi e sconcerta. In attesa di una destinazione, se mai arriverà, sarebbe obbligo dell'amministrazione pretendere dai proprietari almeno la messa in sicurezza di tutto il complesso. Evitando di far ritenere a tutti che quella sia terra di nessuno.
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