Sempre più poveri nell'emergenza, la mano tesa della Caritas: «Aiuti a famiglie e piccole imprese»

Un volontario della Caritas
Porta aperta e mani tese. La Caritas diocesana in questa seconda ondata di Coronavirus non smette di aiutare e prestare servizio a chiunque ne abbia bisogno. ...

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Porta aperta e mani tese. La Caritas diocesana in questa seconda ondata di Coronavirus non smette di aiutare e prestare servizio a chiunque ne abbia bisogno.

«Dall’inizio dell’emergenza - racconta il direttore della Caritas viterbese Luca Zoncheddu - abbiamo avuto molti nuovi primi accessi. Sono cittadini italiani che fino a pochi mesi fa non avevano bisogno del nostro aiuto».
La pandemia che da otto mesi sta imperversando ha messo spalle al muro molte fasce sociali e non solo per quel che riguarda la salute. Lockdown, chiusure forzate e coprifuoco hanno creato un’emergenza nell’emergenza. Quella dei piccoli imprenditori che non riescono più ad arrivare a fine mese.

«La situazione - dice ancora Zoncheddu - è ovviamente in divenire. Si è allargata la platea della povertà diffusa, diversa da quella relativa con cui avevamo a che fare prima dell’arrivo di questa emergenza. Venendo meno molti settori produttivi, ma anche le occasioni di lavoro occasionale e nero, moltissime persone hanno avuto e hanno ancora bisogno dei nostri aiuti. Il dato è preoccupante e la prospettiva non è confortante».
L’identikit, tracciato dal rapporto della Caritas nazionale, dei nuovi poveri è quello di una donna di 40 anni con due figli a carico. Ma anche del piccolo artigiano che ha dovuto chiudere bottega o limitare i propri lavori.

«Questa situazione ha anche un altro risvolto. A pesare sulla condizione di povertà è il vissuto generale di fragilità. L’instabilità, il sospeso incidono sulla situazione generale provocano un senso di smarrimento e l’amplificazione dei disagi. E’ per questa ragione che in questo momento la dimensione dell’ascolto diventa fondamentale».

La Caritas diocesana per far fronte a questo periodo di forti cambiamenti ed emergenza ha messo in campo diversi tipi di servizi che vanno da quello classico della distribuzione dei pasti a quello dell’ascolto per chi ne ha bisogno. «La nostra mensa, al momento trasferita per lavori al dormitorio di Santa Rosa, distribuisce pasti a 50 ospiti giornalieri grazie ai volontari del Grandori che rispettano minuziosamente tutte le dovute precauzioni. Al centro di ascolto di piazza Dante invece c’è la distribuzione dei pacchi alimentari e vengono accolti coloro che hanno bisogno di aiuto».

Aiuto che può essere di ogni tipo. «Abbiamo visto incrementare le richieste - spiega ancora - di aiuto per sostenere le spese vive, quelle quotidiane. Dalle bollette all’affitto. Molte famiglie sono in difficoltà nel pagare anche i libri scolastici. Per questo abbiamo messo in campo 43mila euro per sostenere proprio queste famiglie. Per dare loro un aiuto. Lo abbiamo fatto insieme ai parroci con i fondi della Cei».

Aiuti anche per gli imprenditori. «Grazie al contributo straordinario “io resto al lavoro”, siamo riusciti a dare 2.500 euro a 25 piccole aziende di Viterbo. Si tratta di piccoli artigiani o imprenditori, alcuni anche del centro storico, che ne hanno fatto richiesta. In totale abbiamo messo 40mila euro derivanti dal fondo dell’8 per mille».

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Il Messaggero