Viterbo, per bar e ristoranti oltre la pandemia arriva il salasso delle bollette. Il rischio chiusura

Viterbo, per bar e ristoranti oltre la pandemia arriva il salasso delle bollette. Il rischio chiusura
A novembre 2020 un bar, in media, per le bollette di luce e gas spendeva circa 400 euro mensili. Un ristorante poco meno di 600. Un anno e un mese dopo i costi sono schizzati alle...

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A novembre 2020 un bar, in media, per le bollette di luce e gas spendeva circa 400 euro mensili. Un ristorante poco meno di 600. Un anno e un mese dopo i costi sono schizzati alle stelle. Secondo una stima elaborata combinando l'ultimo prezzo dell'energia chilowattora all'ingrosso e le tariffe di mercato del gas, dicembre potrebbe infatti toccare un nuovo record. Rialzi che per i bar si concretizzerebbero in una spesa media di 800 euro, di 1400 euro e spicci per i ristoranti.

«Un salasso che può mandare in crisi decine e decine di aziende ancora piagate da lunghi mesi di restrizioni spiega il presidente di Confesercenti Vincenzo Peparello -. Di questo passo, nonostante gli interventi per contenerla, l'inflazione da energia rischia di durare a lungo e di diventare una vera ipoteca sulla ripresa del Paese». Un salasso che potrebbe aumentare ancora. Secondo Nomisma infatti, società indipendente di ricerca in campo energetico e ambientale, i rincari peseranno a gennaio con +61% per il gas e +52% per la corrente. «La mazzata per ristoranti e bar, poi, è doppia», aggiunge Peparello.

Insieme ai costi dell'energia infatti il settore della ristorazione deve fare i conti con l'aumento dei prodotti alimentari che la spinta inflazionistica, generata da molteplici fattori: andamento anomalo delle condizioni meteo che ha colpito le produzioni ortofrutticole, restrizioni imposte nei vari Paesi a causa della pandemia, fenomeni geopolitici che hanno impattato in modo significativo sui costi dell'energia e dei trasporti e fenomeni speculativi, ha spinto a oltre il 10% su base annua.

«Per dirla in poche parole gli imprenditori della ristorazione sono tra l'incudine ed il martello - continua Peparello - perché da una parte ci sono le spese che aumentano, dall'altra la necessità di far quadrare i conti nell'impossibilità relativa di ritoccare i prezzi per mantenere un profilo concorrenziale. I rincari, del resto, non toccano solo le imprese ma per primi i cittadini che vedono erosa la loro possibilità di spesa. È necessario aprire un confronto per trovare una soluzione: anche turismo e alberghi sono a rischio».

Soluzione difficile perché, stavolta più che mai, il motivo del rincaro non è nelle mani dell'Italia e nemmeno dell'Europa piuttosto in quelle dei produttori stranieri di gas naturale. «Ma un tavolo sul caro bollette va aperto conclude Peparello -. Anzi, andava fatto prima: la fiammata degli ultimi mesi è l'atto conclusivo. L'aumento dei prezzi dei beni energetici è ormai in atto da circa nove mesi come, del resto, lo la corsa dell'inflazione totale aumentata di quasi 3 punti percentuali da inizio anno. In tutto questo caos c'è solo una certezza: non ci può essere ripresa se le aziende chiudono».
 

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Il Messaggero