Viterbo, a Belcolle traslochi in vista per Dialisi e Rianimazione

Viterbo, a Belcolle traslochi in vista per Dialisi e Rianimazione
VITERBO - Tutti con le valige in mano a Belcolle. I reparti si spostano, s’accorpano, i letti si stringono, gli infermieri si “moltiplicano”. ...

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VITERBO - Tutti con le valige in mano a Belcolle. I reparti si spostano, s’accorpano, i letti si stringono, gli infermieri si “moltiplicano”.


Perché le medicherie si uniscono così il personale riesce a sbrigare più turni, mentre i pazienti stanno a guardare.



IL TRASLOCO

Ma all’orizzonte di Belcolle s’annunciano due traslochi ben più impegnativi: quelli dei reparti della Dialisi e di Rianimazione, sfrattati nei programmi della Asl per fare spazio alla Medicina d’Urgenza e ad alcune modifiche del Pronto Soccorso. Per la sola Dialisi, ora ospitata al piano 0 del corpo B e diretta allo stesso piano del corpo A1/A2 (negli attuali uffici occupati dalla direzione sanitaria), l’ingegnere Fabio Micio, direttore della Gestione Attività Tecniche ha messo in cantiere una spesa - tra lavori, Iva e imprevisti - da un milione e mezzo di euro.



IL PREVENTIVO

Cifra da capogiro per il preventivo in tempi molto magri per le casse della sanità locale, soldi che serviranno ad adeguare i nuovi locali all’allaccio dei macchinari; e pure il trasferimento della Rianimazione dal piano 1 al piano 0 corpo B non promette costi zero.



LE PROBLEMATICHE

Già con nota n. 5222 dell’agosto scorso il direttore del reparto di Rianimazione aveva evidenziato «problematiche sulla praticabilità del progetto per il trasferimento dal piano 1 al piano 0 facendo seguito alle disposizioni impartite dal commissario straordinario Luigi Macchitella a luglio tese a semplificare i percorsi tra Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso. Un intervento «complesso», così ritenuto dalla Direzione Sanitaria che almeno verbalmente ne aveva sospeso l’esecuzione.



I DIALIZZATI


C’è da scommettere che i dializzati (un’ottantina in media, tra giovanissimi in attesa di trapianto e uomini costretti anche al turno serale per potere lavorare durante il giorno) e i loro familiari non la prenderanno bene: il reparto così com’è e dove si trova funziona. È indipendente, con l’entrata in corrispondenza della fermata del bus, in grado di garantire una privacy e percorsi idonei a utenti già provati da una malattia che li lega a una macchina per restare in vita. Con un ambulatorio interno, sala asettica, l’ascensore interno che porta al piano, se necessario, l’anestesista dalla Rianimazione. Ma tant’é: bisogna preparare i bagagli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero