Badante massacra ottantenne, la procura chiede 4 anni di carcere. Ma il processo è da rifare

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Badante massacra di botta una ottantenne, la procura chiede 4 anni e mezzo di carcere ma il processo è da rifare. Colpo di scena al processo per lesioni e...

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Badante massacra di botta una ottantenne, la procura chiede 4 anni e mezzo di carcere ma il processo è da rifare. Colpo di scena al processo per lesioni e maltrattamenti. Ieri durante la camera di consiglio, subito dopo la richiesta pene, la giudice Elisabetta Massini non ha potuto pronunciare la sentenza. Gli atti del procedimento non sarebbero completi. O meglio il decreto che dispone il giudizio notificato all’imputata diversi anni fa non sarebbe quello corretto, col giusto capo d’imputazione. Il processo deve quindi ripartire, con tanto di notifica all’imputata del giusto capo d’imputazione. Un vizio nella procedura che ha fatto slittare una sentenza attesa da 6 anni. Il primo luglio 2015 una 82enne di Monterosi fu soccorsa dai carabinieri dopo essere stata selvaggiamente picchiata dalla sua badante.

L’anziana morì alcuni mesi dopo le lesioni provocate dalle botte della badante. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l’imputata, in evidente stato confusionale, avrebbe aggredito violentemente l’ottantenne per futili motivi. Provocandole ferite molto gravi. La donna fu trasportata al pronto soccorso di Civita Castellana, dove una settimana dopo fu sottoposta ad esami dal medico legale della Procura. «Aveva ecchimosi su evidenti ed estese su tutto il corpo e ferite lacero contuse sul volto». Inizialmente le ferite furono giudicate guaribili in 20 giorni, ma i successivi esami portarono il referto a 40 giorni. Motivo per cui il capo d’imputazione fu, in fase di udienza preliminare modificato.

«Il 19 agosto - ha affermato il responsabile della rsa di Bassano Romano - entrò la donna nella nostra residenza. Durante la prima visita aveva ancora estesi ematomi». A raccontare come i maltrattamenti fossero quotidiani anche il vicino di casa che più volte chiamò i figli, tutti parte civile assistiti dall’avvocato Fausto Barili. «Sentivamo spesso urlare - ha affermato -. La nostra vicina gridava aiuto e la badante la minacciava, le urlava di stare zitta che tanto doveva morire. Una volta siamo entrati e abbiamo assistito a un pestaggio. E c’era sangue. Il 16 dicembre si torna in aula per riascoltare tutti i testimoni.

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Il Messaggero