Viterbo senza autobus. «Un grave errore tagliare quasi tutte le corse»: la Uil attacca Francigena

Un autobus Francigena a Viterbo
«Un errore da correggere. Non si può far cassa sulla pelle dei cittadini». Dura presa di posizione di Giancarlo Turchetti, segretario della Uil, contro la...

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«Un errore da correggere. Non si può far cassa sulla pelle dei cittadini». Dura presa di posizione di Giancarlo Turchetti, segretario della Uil, contro la società comunale Francigena per la decisione di tagliare i turni a partire da lunedì. La conseguenza è che gran parte dei quartieri di Viterbo si troveranno senza collegamenti del trasporto pubblico locale e che i 65 dipendenti verranno messi in cassa integrazione a rotazione per 9 settimane.


«Tagli di corse indiscriminate, con il pretesto che l’emergenza sanitaria da coronavirus obbliga i cittadini a restare in casa. È giusto - sottolinea Turchetti - evitare spostamenti inutili, assembramenti. È giusto rispettare il distanziamento sociale. Tutto necessario. Ma qualcosa non torna. La decisone di Francigena di ridurre drasticamente le corse degli autobus sembra una manovra maldestra per risparmiare, fare cassa, scaricando sui lavoratori e sui cittadini il peso del disagi che si creeranno».

«Da dopodomani - continua Turchetti - interi quartieri e frazioni di Viterbo resteranno isolati perché la municipalizzata del trasporto pubblico locale ha deciso di tagliare 30 turni su 37 e di non prestare più servizio nei giorni festivi. Barco, Murialdo, Villanova, Pilastro, Carmine, Ellera, Tobia, Monterazzano, per gli uomini e le donne sarà difficile muoversi anche se soltanto per necessità».

Una riduzione di corse era già avvenuta il 16 marzo, aggiunge il segretario della Uil, «ma quest’ultima impedirà agli utenti anche gli spostamenti considerati oggi essenziali. Pensiamo a chi lavora nei supermercati oppure nelle farmacie e pensiamo anche ai cittadini che in queste attività sono costretti a recarsi. Senza dimenticare poi il danno economico causato agli autisti, che saranno in cassa integrazione con un sussidio ovviamente minore rispetto al loro stipendio».


Tra l'altro, la società si è rifiutata di anticipare gli ammortizzatori, col rischio che vengano erogati dall'Inps ai lavoratori con tempi più lunghi. «Quelle di Francigena sono scelte incomprensibili - conclude Turchetti - che contrastano con i decreti emanati dal presidente del Consiglio e con le ordinanze della Regione. Documenti che prevedono sì una riduzione dei servizi pubblici, ma che non perdono di vista il mantenendo di una quota minima essenziale. Per questo che abbiamo chiesto al prefetto, al sindaco e al comandate della polizia locale di intervenire per correggere un grave errore». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero