Archeologia, arte e storia in un seminario dell’Università della Tuscia

Tuscania: Torre del Lavello
"La Tuscia prima del Coronavirus. Tra archeologia, arte, archivi, storie e testi”: è il titolo del seminario on line programmato per giovedì 14 maggio,...

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"La Tuscia prima del Coronavirus. Tra archeologia, arte, archivi, storie e testi”: è il titolo del seminario on line programmato per giovedì 14 maggio, dalle ore 10, da un gruppo di docenti dei corsi di laurea in Scienze dei beni e di Scienze umanistiche dell’ateneo viterbese.

 
«Questo seminario – informa il rettore Stefano Ubertini - è il primo di una serie di incontri che si svolgeranno online (meet.google.com/zgq-eqkc-sqn) ogni tre settimane. Il secondo è programmato, infatti, per il 4 giugno. L’obiettivo è quello di far sentire forte e organizzata la voce di importanti discipline del comparto umanistico di Unitus, in un momento difficile della nostra città e del nostro Paese, e nel contempo di gettare anche in questa fase nuova luce sul ricchissimo patrimonio culturale della Tuscia».
 
Gli interventi dei relatori verteranno su tematiche relative alla Tuscia in un ampio arco cronologico, esteso dall’età antica a quella contemporanea. L’appuntamento di giovedì sarà introdotto da Saverio Ricci, direttore del Distu (dipartimento di studi linguistico-letterari, storico-filosofici e giuridici) con la partecipazione dei docenti Amedeo De Vincentiis (storia medievale), Salvatore De Vincenzo (archeologia e storia dell’arte romana), Paolo Marini (filologia della letteratura italiana), Raffaella Menna (storia dell’arte medievale), Gilda Nicolai (archivistica informatica), Giuseppe Romagnoli (metodologia della ricerca archeologica) e Giovanna Tosatti (storia del giornalismo).
 
«L’iniziativa – conclude il rettore - è rivolta non solo agli studenti dell’ateneo viterbese. È prevista, infatti, la diffusione della registrazione dell’evento su varie pagine Facebook presenti nel territorio. Gli interventi non avranno perciò un taglio strettamente specialistico, ma l’auspicio degli organizzatori è che interessino un pubblico ampio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero