Ambulanti, a Viterbo la Tosap non va riattivata: «Sarebbe impossibile pagare» `

La protesta degli ambulanti al Sacrario
«L'esenzione della tassa sul suolo pubblico deve essere prorogata almeno per altri sei mesi: se non riusciamo a lavorare non possiamo neppure pagare». Giulio...

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«L'esenzione della tassa sul suolo pubblico deve essere prorogata almeno per altri sei mesi: se non riusciamo a lavorare non possiamo neppure pagare». Giulio Terri, presidente provinciale di Anva Confesercenti (Associazione nazionale venditori ambulanti), lancia l'allarme e avverte: se la mini proroga prevista dalla Legge di bilancio, in scadenza il 31 marzo, dovesse esaurirsi senza un nuovo intervento, decine di imprese nella Tuscia rischiano la chiusura.

Viterbo, torna la tassa sui tavolini, bar e ristoranti in allarme: «Una mannaia in questo momento»

Secondo gli ambulanti, comparto molto esteso nella Tuscia, l'alternativa sarebbe un'ulteriore esposizione delle imprese nei confronti di banche o istituti di credito, solo per far fronte al pagamento delle imposte. Spiega Terri: «Nel bilancio di un'azienda Tosap e Cosap - dice - hanno un peso specifico elevato. Per un ambulante, che in media partecipa a sei mercati settimanali, la spesa media può arrivare ai 5.000 euro annui. Soldi a cui vanno aggiunti quelli per partecipare agli eventi: uno stallo in una fiera di medie dimensioni costa tra i 70 e i 100 euro.

In condizioni normali non ci sarebbero problemi, ma quello che stiamo vivendo e fuori da questo contesto».
I pesanti strascichi lasciati dai mesi più duri della pandemia, i pochi ristori concessi al settore ed una ripresa ancora fragile non lasciano, poi, presagire un miglioramento nelle prossime settimane. «Gli incassi sono al minimo. Gennaio - precisa Terri - si è chiuso con un ulteriore calo del fatturato e non si tratta di una parentesi isolata dovuta al periodo, il rimbalzo che ci aspettavamo nei mesi precedenti non c'è stato. L'aumento del costo della vita spinge le famiglie alla prudenza: si rinuncia al superfluo o si posticipa l'acquisto di un capo al mese successivo l'arrivo delle bollette. Non sono isolati i casi di ambulanti che chiudono la giornata a zero, o con incassi che non coprono neppure la benzina».

Il ritorno, probabile, dell'obbligo di pagamento della Tosap è solo uno degli aspetti che preoccupa gli ambulanti viterbesi, la protesta dei quali è poi destinata ad accendersi ulteriormente nei mesi che mancano alle nuove elezioni comunali sul problema della logistica. «Basta aree periferiche e difficili da raggiungere, il mercato settimanale di Viterbo deve stare al centro», attacca Terri. La destinazione preferita resta quella dalla quale, a febbraio 2020, gli ambulanti erano stati sfrattati: il parcheggio del Sacrario.

«Le chiacchiere stanno a zero conclude Terri - e anche nei momenti in cui la pandemia ha dato una tregua, gli stalli del parking che avrebbero dovuto servire residenti e turisti in centro, erano rimasti desolatamente vuoti. Segno che non è il mercato il problema dello scarso afflusso al centro storico. Siamo, piuttosto, un incentivo e un valore aggiunto, al contrario di quanto pensano alcuni».
 

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Il Messaggero