Violenze tra detenuti e aggressioni agli agenti, l'allarme in uno studio

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«Nel corso del 2017 sono risultate 42 aggressioni, fra verbali e fisiche, al personale penitenziario o sanitario, nonché 57 colluttazioni tra detenuti. I dati si sono...

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«Nel corso del 2017 sono risultate 42 aggressioni, fra verbali e fisiche, al personale penitenziario o sanitario, nonché 57 colluttazioni tra detenuti. I dati si sono mantenuti costanti nel 2018, tranne una riduzione delle aggressioni fisiche al personale». E non solo: «Nel periodo 2017/2018, su circa 550/580 detenuti comuni (di cui oltre il 50% stranieri), 35 sono risultati mediamente in carico al servizio Asl per la cura delle tossico e alcol dipendenze. Oltre il 40% dei detenuti assume terapia psichiatrica».


L'altra faccia di cosa accade dietro le sbarre di Mammagialla emerge dai dati del Piano locale di prevenzione delle condotte suicidiarie e autolesive nella casa circondariale di Viterbo, siglato dalla direzione con l'azienda sanitaria. Dopo le denunce di presunte violenze ai carcerati e suicidi sospetti, raccolte dal Garante per i diritti dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasia - che ha anche presentato un esposto alla Procura - ecco le criticità che fanno del carcere viterbese un caso delicato. «I motivi della difficoltà di gestione di una parte non trascurabile» dei detenuti vengono individuati nel fatto che «all'inizio del 2019 risultano presenti un'ottantina assegnati con provvedimento di trasferimento da altri istituti per motivi di ordine e sicurezza».

Di questi, oltre il 50% ha continuato ad avere una «condotta contraria alle norme regolamentari», come dimostrano i sequestri di cellulari e stupefacenti. A fine gennaio, risultavano rinchiusi 536 detenuti di cui 49 nel regime di 41bis e 487 nella media sicurezza. Gli stranieri erano poco più del 50%: in testa i rumeni (73), quindi i maghrebini (59), gli albanesi (36) e i nigeriani (15).


«I condannati rappresentano quasi l'80% dei presenti per cui l'istituto, a dispetto della qualificazione formale di casa circondariale, assume nettamente la fisionomia di un istituto di reclusione», riporta il documento. Lo staff multidisciplinare per la prevenzione dei suicidi e delle condotte autolesive «nel corso del 2018 ha trattato circa un centinaio di casi e ha mediamente in carico tra i 15 e i 20 detenuti a rischio». Quanti si sono tolti la vita a Mammagialla? Il report parla di un caso nel 2009, uno nel 2012, un altro nel 2013 e due nel 2018, legati alla «particolare tipologia di parte della popolazione ristretta nei circuiti di media, massima sicurezza e precauzionali» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero