Violenza sessuale, imputato gioca la carta dei video

Violenza sessuale, imputato gioca la carta dei video
Sesso troppo spinto, il 30enne marocchino gioca la carta della perizia sul telefono. «Le foto e i video contenuti spiega l'avvocato Giuliano Migliorati racconteranno...

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Sesso troppo spinto, il 30enne marocchino gioca la carta della perizia sul telefono. «Le foto e i video contenuti spiega l'avvocato Giuliano Migliorati racconteranno un'altra versione e potrebbero dimostrare che il giorno in cui è stato accusato di violenza i due giovani si facevano video e foto nudi insieme».

Il ragazzo, fino a tre settimane fa detenuto a Mammagialla, ha due processi per violenza sessuale. Secondo le denunce avrebbe picchiato e violentato le ex fidanzate. Nel primo, è accusato di rapina, violenza privata e sessuale, stalking e lesioni. La vittima della sua furia è una 22enne di Viterbo che stremata dalle botte a fine 2017 si è rivolta alla polizia. Il ragazzo nel corso della relazione si sarebbe mostrato spesso violento. Avrebbe picchiato e ingiuriato in più occasioni la ragazza, sputandole addosso in preda all'ira e alla gelosia, per manifestarle con disprezzo il proprio possesso assoluto. Terrorizzata e per non essere picchiata ancora più violentemente, la giovane sarebbe stata costretta ad assecondare il 30enne nell'avere rapporti sessuali. Ieri mattina la giovane, assistita dall'avvocato Luigi Mancini, si è costituita parte civile. Nel secondo procedimento il ragazzo è invece accusato di maltrattamenti, sequestro di persona e lesioni. La vittima la sua precedente ragazza: una ventenne di Bassano Romano con cui ha avuto una relazione di due anni terminata malamente nel 2016. Ieri per il primo procedimento il difensore ha chiesto al collegio una perizia per esaminare il contenuto del telefono dell'imputato, che secondo la difesa potrebbe scagionarlo dall'accusa di violenza. La perizia arriverà in aula il mese prossimo, al termine il collegio dei giudici emetterà la sentenza. Nel frattempo il giovane è uscito dal carcere e sottoposto alla misura dei domiciliari con braccialetto elettronico.
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Il Messaggero