​Violenza sessuale in discoteca, il gestore si difende: «Sono innocente»

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Violenza sessuale in discoteca, il gestore si difende. Ieri mattina il ventenne accusato di stupro da una collaboratrice del locale è comparso davanti al gip del Tribunale...

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Violenza sessuale in discoteca, il gestore si difende. Ieri mattina il ventenne accusato di stupro da una collaboratrice del locale è comparso davanti al gip del Tribunale di Viterbo per l’interrogatorio di garanzia. Il giovane, assistito dagli avvocati Remigio Sicilia e Vincenzo Petroni, avrebbe risposto alle domande del giudice. Si sarebbe difeso e avrebbe affermato: «Sono innocente».

Innocente e turbato. Il ragazzo, raggiunto mercoledì da un’ordinanza di custodia cautelari ai domiciliari, avrebbe infatti preso malissimo l’arresto e la pesante accusa di violenza sessuale aggravata. Accusa che davanti al gip avrebbe totalmente respinto. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti la violenza, doppia, sarebbe avvenuta poco prima di capodanno. Il ragazzo, che gestisce una discoteca a Viterbo, avrebbe chiesto alla presunta di vittima di seguirlo nel locale per parlare. Quella sera la discoteca era chiusa al pubblico e qui l’avrebbe violentata. Sesso senza consenso. A raccontare ogni dettaglio sarebbe stata proprio la ragazza, che due settimane dopo si sarebbe presentata in Questura a sporgere denuncia.

La giovane avrebbe raccontato agli agenti della Squadra Mobile che il gestore della discoteca l’aveva attratta nel locale e aveva approfittato di lei. E quando la stava riportando a casa voleva sesso orale in macchina. Lei si sarebbe opposta, ma lui avrebbe fermato la macchina in una zona isolata e l’avrebbe violentata di nuovo. A conferma del suo racconto la ragazza avrebbe portato con sé anche gli indumenti che indossava quella sera, indumenti ancora sporchi e che sono stati sequestrati: saranno analizzati dalla scientifica per rintracciare eventuali tracce biologiche.

Non solo, al vaglio degli inquirenti anche alcuni messaggi che l’indagato avrebbe inviato alla ragazza qualche giorno dopo la violenza. «Ci rivediamo?», le avrebbe scritto e lei avrebbe risposto che no, non si sarebbero rivisti, dopo quello che le aveva fatto quella notte al locale. Potrebbero essere stati proprio i messaggi dell’indagato a spingere la ragazza a presentarsi in Questura per sporgere denuncia. Una decisione che avrebbe maturato per diversi giorni prima di presentarsi davanti agli agenti della Mobile.

Nei prossimi giorni gli avvocati della difesa potrebbero ricorrere al Tribunale della Libertà per chiedere la revoca della misura cautelare ai domiciliari, o un affievolimento. Considerando anche il fatto che il ragazzo è un giovane imprenditore.

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Il Messaggero