Violenta la figlia 16enne dell'amico, indagini partite dopo le confidenze ai prof

Violenza
Tagli sulle braccia ed sms disperati. E’ partita da questi due “piccoli” particolari l’indagine che ha portata alla sbarra un uomo accusato di violenza...

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Tagli sulle braccia ed sms disperati. E’ partita da questi due “piccoli” particolari l’indagine che ha portata alla sbarra un uomo accusato di violenza sessuale su minore. L’imputato 5 anni fa tentò diversi approcci con la figlia di un suo amico. Arrivò, secondo l’accusa, a baciarla con la forza nonostante lei avesse tentato di tutto per allontanarlo. E durante un pranzo “familiare” sarebbe anche riuscito a infilare le mani sotto i suoi vestiti. Carezze non gradite che hanno lasciato cicatrici profonde. La vittima allora aveva appena 16 anni.

Una ragazza viterbese che frequentava una scuola superiore del capoluogo. Dopo quanto subito avrebbe iniziato ad avere atteggiante allarmanti. Alcuni suoi compagni avrebbero visto che praticava gesti autolesionisti. E nel tentativo di aiutarla le hanno chiesto cosa stesse accadendo. Inizialmente la ragazza si sarebbe confidata dicendo che il papà la maltrattava poi, probabilmente in un momento di grande dolore, ha vuotato il sacco. Raccontando in un messaggio a una compagna di scuola che era stata abusata da un amico di famiglia. Un uomo molto vicino al padre che l’aveva avvicinata e toccata.

I compagni di classe, nel tentativo di aiutarla, si sono rivolti alle insegnati della scuola. Chiedendo cosa fare. I professori hanno chiamato la squadra mobile che in pochissimo tempo ha avviato le indagini. E l’uomo è finito alla sbarra con l’accusa di violenza sessuale su minore. Ieri la prima udienza davanti al collegio del Tribunale di Viterbo. Presente anche la ragazza, assistita dall’avvocato Paolo Delle Monache, che non dovrà testimoniare in quanto già ascoltata durante l’incidente probatorio in modalità protetta. Agli atti gli sms e le foto dei tagli sulle braccia che si sarebbe auto inflitta.

«Siamo venuti a conoscenza di questa vicenda - ha spiegato l’ispettore della Squadra Mobile, divisione reati contro i minori - perché ci è stata segnalata dalla presidente di una scuola superiore di Viterbo. Dopo la segnalazione abbiamo ascoltato i professori e con incidente probatorio la ragazza. Abbiamo raccolto i messaggi che aveva inviato in cui raccontava degli abusi subiti e le foto delle ferite. Inizialmente - ha spiegato ancora l’ispettore - ci dissero che si trattava di un maltrattamento. Poi è venuta fuori la storia della violenza sessuale».

Uno dei fatti contestati sarebbe avvenuto durante un pranzo a Soriano nel Cimino. Mentre in un’altra occasione, stando a quanto emerso durante le indagini preliminari, l’imputato l’avrebbe costretta a subire atti sessuali contro la sua volontà. La ragazza infatti ogni volta avrebbe tentato di allontanarsi con forza dall’uomo. Ma lui con violenza e velocità sarebbe riuscito spesso a colpire. Si torna in aula il 3 maggio.

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Il Messaggero