Una barca di marmo nei boschi del Viterbese nascosta in una tenuta dei Monti Cimini

La barca di marmo nei boschi dei Monti Cimini
«C’è una barca nel bosco. Non ci credete? E allora seguitemi: la scopriremo». E’ l’invito lanciato dalla guida turistica e ambientale Sabrina...

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«C’è una barca nel bosco. Non ci credete? E allora seguitemi: la scopriremo». E’ l’invito lanciato dalla guida turistica e ambientale Sabrina Moscatelli (info e prenotazioni: 3395718135) che domenica 6 febbraio, a partire della ore 10 (appuntamento in via delle Bandite 33 a Soriano nel Cimino) propone una escursione affatto particolare.  

«Percorreremo la storia di uno dei luoghi più impervi e suggestivi dell’alto Lazio, in uno dei boschi più belli, rispettati e valorizzati della zona, dove si celano tesori e segreti che nemmeno ci si aspetta. Sulle pendici del Lago di Vico, nascosta nel fitto della vegetazione e protetta dai resti di un’antica chiesa, c’è una grande barca realizzata con 100 tonnellate di marmo, che viene dalla Cina. E’ la riproduzione in  scala, unica al mondo, di quella originale costruita nel 1895 per il sessantesimo compleanno dell’imperatrice, tutt’ora “ancorata” sulle sponde del lago Kunming, nel Palazzo Imperiale d’Estate a Pechino. Questa è l’unica barca cinese al mondo fuori della Cina ed è un omaggio alla memoria di tutti i grandi protagonisti della storia della Cina che condivide con Roma il primato della massima civiltà umana, come simbolo di pace e di collaborazione tra i popoli».

La barca si trova nella vasta tenuta Sant’Egidio, 130 ettari sul versante del Monte Cimino divenuta per volontà dei proprietari un meraviglioso “bosco didattico”. “Il bosco qui è diventato – sottolinea Sabrina - un laboratorio, una risorsa multidisciplinare dove si possono vivere esperienze nuove, utilizzando, la mente e il corpo, riscoprendo così tutti e cinque i sensi. Seguendo le tracce degli animali affronteremo le tappe fondamentali della storia di Soriano: dalla Chiesa e dall’eremo di IV-V sec., si arriverà alla spelonca che ospitò un martire originario di Corviano”.

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Il Messaggero