Sembra già di stare in un museo, anche se l'operazione è in vista della realizzazione di uno vero. Ogni pezzo è stato ripulito, catalogato e sistemato....
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Le strutture siano smontate ma perfettamente riconoscibili. E’ un tuffo nel passato: ci sono Armonia celeste (ideatore Joppolo, costruttore Sensi, 1986-1990) Sinfonia d’archi (Russo e Battaglioni, 1991-1996), Tertio millenio adveniente (Andreoli, Cesarini, Cappabianca e Cesarini, 1998-2002), Ali di luce (Ascenzi e Cesarini, 2003-2007), Fiore del cielo (Vittori, Fiorillo e Cesarini). «In prospettiva del museo delle Macchine – dice Barelli - abbiamo riacquistato quella di Battaglioni, uscita dal patrimonio del comune nel 1997, che dunque oggi è composto da 5 strutture più quella in corso, Gloria. E’ il primo passo della commissione voluta dal sindaco Michelini».
Manca solo la sezione di Ali di luce esposta a Roma, al Museo delle arti a tradizioni popolari, con una convenzione ormai in scadenza che si pensa già a rinnovare. «Lo scopo era recuperare ciò che è possibile, ci sono anche alcune minimacchine – continua Barelli - perché fanno parte della tradizione. E’ un’operazione semplice, ma meritoria e necessaria. Ringrazio la Edilnolo, il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini e Battaglioni, che ha ceduto Sinfonia d’archi. Il costo? Poco più di 7 mila euro».
L’operazione ha richiesto cinque giorni di lavoro. «Abbiamo iniziato con la bonifica del capannone – spiega Fiorillo - poi è stato tutto catalogato. Infine, per quanto possibile, sono state pulite le Macchine: ognuna ha il suo settore. Fuori c’è anche il traliccio del Volo d’angeli e della Spirale di fede, che è lo stesso». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero