«Abbiamo inviato, unitamente alla bozza di convenzione, il progetto definitivo alla Provincia sull'acquisizione e riqualificazione della struttura, tenendo conto delle...
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Così il rettore Stefano Ubertini sull'operazione ex caserma Vigili del fuoco di via Oslavia da destinare - si precisa nella convenzione tra Unitus e Provincia, proprietaria dell'immobile - «a fini istituzionali di didattica, ricerca e terza missione». Il progetto comporta un investimento, per lavori e manutenzione periodica, pari a 2.242.000 euro.
Con l'acquisizione dell'immobile la comunità universitaria ottiene non pochi vantaggi: adiacenza a S. Maria in Gradi già per buona parte utilizzata per la didattica; vicinanza alla mensa studentesca sita nei locali di San Sisto, alla Stazione di Porta Romana e agli alloggi del centro storico, dove gli studenti fuori sede in genere risiedono. «Con la disponibilità dei locali - sottolinea il rettore - potrebbe completarsi l'ampliamento degli spazi del corsi di laurea socio-umanistici, realizzando peraltro una connessione non solo fisica ma anche culturale in stretta sinergia con Provincia e Comune».
Il progetto precisa l'organizzazione degli ambienti per la didattica, degli uffici, dei laboratori da destinare a startup, all’orientamento, alla comunicazione multimediale e alla formazione anche in ambito di alternanza scuola-lavoro. In particolare, nell’edificio a "L", articolato su due piani, oggi destinato a rimessaggio mezzi, camerate, bar etc., potranno essere realizzate nove aule per una capienza complessiva di circa 700 posti. Sono inoltre previsti: un incubatore di idee per accelerare i processi di creazione di impresa, nonché per attività di supporto sociale per l’inclusione di soggetti deboli e diversamente abili. Il simbolo storico del comando di via Oslavia, l’edificio-torre per le esercitazioni dei pompieri, diventerà una struttura di supporto multimediale e di comunicazione.
«E’ di grande suggestione – conclude Ubertini – poter costituire un grande polo accademico nelle vicinanze del centro della città, con evidenti benefici non solo per la capacità attrattiva dell’Ateneo, ma anche per l’indotto economico e per la complessiva migliore qualificazione del quartiere». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero