Tuscia Experience: tour tra gastronomia, antichi mestieri e tradizioni con 31 imprese

Il Lago di Bolsena
All’insegna dello slow tourism, 31 imprese del Viterbese fanno garrire le rispettive bandiere accomunate da un’unica parola d’ordine: rilanciare...

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All’insegna dello slow tourism, 31 imprese del Viterbese fanno garrire le rispettive bandiere accomunate da un’unica parola d’ordine: rilanciare l’imprenditoria turistica, gravemente colpita dall’emergenza coronavirus, affidandosi alla tradizione, creando nuove occasioni per scoprire e toccare con mano la storia di un intero territorio.

La Camera di commercio vara “Tuscia Experience”, chiama a raccolta il meglio in campo enogastronomico, biodiversità, antichi mestieri e artigianato e propone un viaggio  “esperenziale”, punteggiato da “assaggi inconsueti e approfonditi, tra storia e contemporaneo” che vede protagonisti artigiani e agricoltori, imprenditori e artisti.

Il tour comprende tante tappe, tante soste, tante storie. Per esempio quelle raccontate da alcune imprese del comprensorio del Lago di Bolsena: il Frantoio Battaglini, l’Agriturismo Santa Maria di Gelsomina Fioretti, l’Oleificio Presciuttini e Paolo Borzatta, dell’Azienda Agricola Ione Zobbi, che abbinano all’esperienza sensoriale e storica l’intreccio gastronomico. Salendo a Montefiascone, ci si si imbatte nell’azienda agricola il Molino che spazia tra varie specialità: olio, nocciole, grano e frutta. Tra Viterbo e Vetralla, campeggia il marchio “Sotto gli ulivi di Petrignanum”, con l’olio dell’omonima azienda biologica diretta da Cristina Duri. E poi i frantoi Cioccolini, Paolocci e Tuscus.

Oltre gli oliveti e l’olio, varie aziende tentano di riscoprire l’arte e i mestieri. Partendo ancora da Bolsena, ecco “Terre di Rasenna”, che svela i segreti della lavorazione della ceramica e del cuoio o la Bottega d’arte Mortet, dove ci si può cimentare con la cesellatura e portare a casa la propria targhetta personalizzata. La ceramica artistica è di casa alla Bottega d’Arte di Viterbo, da Mastro Cencio di Civita Castellana, e al laboratorio di Ceramica studio d’arte e restauro del capoluogo.

Ma il viaggio comprende capitoli che hanno a che fare con l’arte della stampa grazie alla “antichissima” tipografia “Silvio Pellico” di Montefiascone; con la creazione di mosaici, attraverso i “mille colori del marmo” nella Decor 2M di Celleno; con la realizzazione di taccuini in carta nell’Antica Legatoria Viali di Viterbo.

Ma per conoscere un territorio, niente di meglio delle specialità gastronomiche. E qui è un fuoco artificio di aziende: Pastificio artigianale Felici a Viterbo; Mastro Pastaio Guido Fanelli di  Canepina; la norcineria Coccia Sesto di Viterbo: la lenticchia di Onano dell’azienda biologica Marco Camilli; le produzioni azienda “Sapori di Ieri”, l’apicoltura nell’impresa Apifarm di Viterbo. E poi i formaggio, i dolci, i vini, le birre artigianali.

L’elenco fa venire alla luce esperienze umane, come quella della Fattorie Solidali dove sono presenti persone appartenenti a fasce deboli della popolazione, che all’interno di un percorso protetto possono partecipare attivamente alla filiera produttiva agricola e agroalimentare.

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Il Messaggero