Turismo, bilancio positivo per la stagione balneare ma il caro bolletta è una zavorra per le imprese

Turismo, bilancio positivo per la stagione balneare ma il caro bolletta è una zavorra per le imprese
Stagione in linea con le attese, ma sul bilancio finale pesa il caro bollette. L’aumento della spesa energetica, insieme al boom del costo di food and beverage, costringe...

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Stagione in linea con le attese, ma sul bilancio finale pesa il caro bollette. L’aumento della spesa energetica, insieme al boom del costo di food and beverage, costringe infatti gli operatori balneari a rivedere parzialmente il giudizio sull'estate 2022 sulla quale scommettevano per un completo rilancio.

Scommessa in parte vinta grazie al traino di una primavera sopra le righe e non solo: «Il meteo ci ha dato una mano così come l’allentamento delle misure di contenimento della pandemia e la possibilità di lavorare per tutta la stagione diversamente da come accaduto nel biennio precedente spiega Marco Marzi, gestore dello stabilimento ‘La Pineta’ e coordinatore Federbalneari di Tarquinia -. Come presenze quindi non possiamo lamentarci. Gli aumenti però, è innegabile, hanno un peso».

Una zavorra che è cresciuta progressivamente fino a diventare per alcune imprese insostenibile (come nel caso dei campeggi, tra questi il Tuscia Camping Village di Tarquinia che denunciava una fattura per l’elettricità di 70mila euro contro i 16mila dell’anno precedente) nei mesi di luglio ed agosto; «bollette sempre più care e costi interamente scaricati sulle spalle delle imprese – continua Marzi -. Alzare i prezzi, del resto, non era possibile. A maggio, prima dell’inizio della stagione, gli operatori balneari di Tarquinia lido avevano deciso in blocco di congelare i prezzi al 2021 anche come forma di incentivo per i turisti a scegliere il nostro mare; cambiare in corsa non era possibile».

Aumentare la pressione sui clienti avrebbe avuto, poi, un effetto depressivo sui consumi già in affanno: «Le difficoltà ci sono per tutti – continua Marzi -, per le imprese e per le famiglie. Una flessione della spesa media c’è stata ma non così imponente come si potrebbe pensare, almeno questa è stata la situazione fino ad agosto inoltrato». Con la chiusura del mese centrale dell'estate infatti qualcosa è cambiato: «Il calo è stato vistoso. C'entrano l'inizio dell'anno scolastico e la pioggia ma il confronto con lo stesso mese dello scorso anno parla di una diminuzione del volume d’affari intorno al 40 per cento. La nota positiva in questo settembre atipico viene dagli stranieri, dopo 2 anni di assenza sono tornati a farsi vedere».

Già nelle prossime settimane (la maggiore parte degli stabilimenti chiuderanno a fine mese) partirà l’organizzazione per la stagione 2023 che si apre all’insegna dei dubbi: «Non per la risposta turistica perché molti clienti hanno già riconfermato – conclude Marzi -, quanto per l’incertezza legata al futuro delle concessioni che blocca ogni tipo di intervento e programmazione».

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Il Messaggero